Feralpisalò-Sampdoria, il doppio ex: «Spero che i blucerchiati risalgano»
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Feralpisalò-Sampdoria, il doppio ex: «Spero che i blucerchiati risalgano»

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Juan Antonio, doppio ex trequartista di Feralpisalò e Sampdoria, ha parlato in vista del match del Garilli: le dichiarazioni

Juan Antonio, doppio ex trequartista di Feralpisalò e Sampdoria e attuale leader della Band musicale “Francia 98”, ha parlato in vista del match del Garilli. Ecco le sue dichiarazioni rilasciate in un’intervista all’edizione genovese del Secolo XIX.

ATTUALITÀ – «Vivo nei dintorni di Buenos Aires a Tigre. Sono cresciuto in Patagonia, lì la campagna è super ma per me la musica è meglio qui. Con me ci sono mia moglie Aldana, e i miei figli, Vito e Gino, 8 e 4 anni. Non li ho spinti verso, è un mondo particolare, ma il primo ha una passione innata, gioca nel Tigre e il secondo già lo imita».

PALLONE O MUSICA – «Entrambi. Mia madre era un avvocato, ma suonava la chitarra e a scuola si facevano tanto le attività musicali. Un mio amico mi convinse a provare con il calcio, non volevo fare il giocatore, ma tiravo la palla e andava dentro, avevo talento. Mi chiamavano Inaki o El Flaco. Ho dovuto scegliere. Il calciatore deve fare una vita regolare: svegliarsi presto, mangiare bene. La musica si fa di notte, mangia poco, bevi di più. Così decisi: “Giocherò a calcio quando il cuore vorrà tornerò alla musica».

FASI – «Sono due fasi belle della vita. Da calciatore hai ritmi ok per il fisico e adrenalina quotidiana per guadagnarti il posto in squadra. La musica ti da un ritmo più tranquillo, non devi stare ogni giorno sul pezzo come chiedeva Iachini. Ma puoi provare emozioni forti come un gol: a me succede se suono dal vivo, o quando arriva l’ispirazione per un pezzo e il sole ti sorge entro».

RIVER PLATE – «Passarella credeva in me ma il club retrocesse, c’era confusione. Gli agenti Filippo Colasanto e Gabriele Savino mi fecero fare un provino al Brescia, mi presero, c’era Iachini. Poi prestito ad Ascoli, da Castori, bravissima persona ma urlava più di mio nonno: sarebbe un ottimo cantante rock. Idem Iachini, anche lui grida tanto, ma sapeva farmi dare il meglio alla Samp. Al Doria 6 mesi da protagonista, la risalita in A, un bel gol al Torino, buone partite, un gran gruppo, vivevo a Bogliasco e la gente mi voleva bene».

MUSICA – «Esonerano Iachini, con Ferrara in A non trovo spazio, vado in prestito poi arriva Ferrero e mi cede al Parma. E prendo una fregatura gli emiliani stavano fallendo, non pagavano gli stipendi. Così vado alla Feralpisalò da Scienza, mio tecnico a Brescia: un grande, il suo calcio sudamericano mi fa ritrovare il sorriso, segno il mio ultimo gol, all’incrocio contro il Pordenone. Ma con il crack del Parma ho perso un milione di euro e il lavoro. E ho iniziato a infortunarmi, quando non sei felice il corpo soffre, ne risente. Alla Feralpi ho deciso: “Torno alla musica”».

CAMBIAMENTO – «È stato difficile, serve tempo. Psicologicamente sono andato giù, avevo fatto tanti sacrifici per raggiungere quel livello che nel calcio e mi è crollato tutto. Mi spiace non aver avuto opportunità in A con la Samp. Mi ha aiutato uno psicologo, Emanuele Arioli. Poi sono tornato in Argentina. Poi sono tornato in Argentina. Quando sei giù di morale ti dicono di prendere medicine per stare meglio, ma così non senti più il tuo dolore. Io volevo viverlo, piangere e ripartire. Sono andato da uno sciamano, su una montagna vicino a Cordoba, mi ha aiutato con tecnico ancestrali parole e natura, ho ritrovato energia e ho tirato fuori le palle per realizzare il mio sogno. Ora so che on esiste solo quello che vediamo ma qualcosa in più. E ogni tanto torno dallo sciamano».

BAND FRANCIA 98 – «L’ho chiamata così per i Mondiali in cui è esplosa la mia passione per il calcio. Lo amo ancora, gioco con gli amici. Mio fratello minore, Danilo era notaio come mio padre, l’ho convinto a cambiare vita: ora è il nostro bassista. Io compongo, canto e suono la chitarra. Siamo in 6, facciamo un rock popolare, abbiamo una pagina Instagram, “francia_98” molto attiva. Ho dedicato una canzone allo sciamano e una a “Italia 90” sulle note di Notti Magiche. L’ultima si chiama “Dame”, “Dammi” e sta avendo successo. Parla di un uomo che chiede alla donna di tornare insieme ma di restare a casa a ballare: l’allegria non va sempre cercata fuori».

IDOLI – «Nel calcio Maradona, l’ho conosciuto quando giocavo nella Nazionale U17. Messi forse è stato il più forte ma Diego era un artista, regalava emozioni uniche, riusciva in tutto, nel ballo, nel canto, persino nella pesca. Ed è stato un uomo sincero, non ha mai trasmesso la sua e ha messo amore in tutto. Nella musica Charly Garcia, la sua “Cancion Para mi muerte” è la mia preferita. Tra gli italiani Vasco, Cremonini ed Eros».

FERALPISALÒ E SAMPDORIA – «Le porte nel cuore, spero che la Feralpisalò si salvi e il Doria risalga presto, pure noi soffrimmo tanto. Pirlo è un grande: pure in Argentina se in campo fa un lancio lungo si dice: “Ma chi sei? Pirlo?».

SOGNI – «Tornare in uno stadio pieno di gente che venga non più per vedermi giocare ma per sentire i Francia98. Vorrei suonare anche in Italia. Magari il Festival di Sanremo per me è il top. Lo so, per molti il mio non è un vero lavoro, ma anche se non tutti siamo Ramazzotti, si può vivere di musica, farla bene ed essere felice».

CALCIATORE O CANTANTE – «Meglio la persona».

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