Ferri: «Samp, ambiente straordinario. Seedorf è l'uomo giusto» - Samp News 24
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2014

Ferri: «Samp, ambiente straordinario. Seedorf è l’uomo giusto»

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Lui li conosce bene entrambi, avendoci giocato insieme nella Samp 1995-96: Riccardo Ferri racconta il suo punto di vista sull’incombente Samp-Milan e la sfida tra due suoi ex compagni, Clarence Seedorf e Sinisa Mihajlovic. L’ex difensore parla così dell’olandese e del serbo: «Era difficile ipotizzarlo, ma avevano parecchie attitudini. Seedorf era giovanissimo, ma aveva già una grande personalità e sapeva gestire situazioni complesse come un veterano. Per Seedorf era forse più ipotizzabile perché aveva carattere pacato e diplomatico, mentre Mihajlovic era più sanguigno e istintivo. La personalità di Clarence era già spiccata, aveva un forte senso di appartenenza al gruppo, ma doveva vincere ancora un po’ di timidezza».

Un commento sulle doti di Mihajlovic, capace di trasformare la Samp: «Mihajlovic ha avuto la capacità di trasformare il proprio carattere e di mettersi a disposizione del gruppo». Su Samp-Milan: «Sono due squadre che hanno dimostrato una netta crescita. A Roma, la Samp ha peccato un po’ di paura, era meno spavalda, le è mancata un po’ di autostima e gli esterni si sono abbassati troppo. Nei primi 20-25′ i blucerchiati erano concentrati e ben disposti sul campo». Sui rossoneri, che stanno provando a riprendersi: «Squadra in salute, al di là della sconfitta in Champions. Con la Samp mancherà De Sciglio, una perdita da non sottovalutare, e al suo posto probabilmente giocherà Abate. I rossoneri giocavano più a rilento col Bologna, mentre con l’Atletico erano più rapidi a verticalizzare».

Riccardo Ferri si è poi soffermato sui suoi ricordi sampdoriani: «I tifosi hanno lasciato in me un ricordo bellissimo. Alla Samp c’è molta meritocrazia: se dimostri di dare il cuore, l’anima, lo riconoscono indipendentemente dalle qualità. Io venivo da un grosso infortunio che mi ha condizionato, avevo voglia di rimettermi in gioco e il pubblico l’ha capito – commenta Ferri in “Forever Samp” di Telenord – All’epoca in panchina c’era Eriksson, un allenatore molto educato e gentile, ma che tendeva a non dirmi le cose in faccia, le faceva dire da altri. Il rapportò s’incrinò e andai via. A Genova c’è comunque un ambiente straordinario e ho ricordi ottimi: la Samp ha lasciato un sentimento forte in me».

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