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Flachi: «Alla Sampdoria serve Vialli. Stankovic? Arma in più»

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Francesco Flachi a Romanews24.net ha fatto il punto della situazione in vista del match tra i giallorossi e la Sampdoria: le sue parole

Francesco Flachi a Romanews24.net ha fatto il punto della situazione in vista del match tra i giallorossi e la Sampdoria: le sue parole.

PRESENTE«Ora gioco in promozione, alla Praese, ma giocare è un parolone grosso, diciamo che corricchio. Sto bene, sono felicissimo, mi sento ancora bene per quello che posso dare. Non posso andare contro la natura però giocare mi fa stare bene di testa. Spero che la mia presenza, essendo a Genova, in cui ho un approccio diverso con la gente, possa dare un aiuto ai ragazzi, anche per gli errori che ho fatto. Lavoro anche con il settore giovanile, faccio tecnica individuale. Quindi mi auguro che la mia esperienza di calcio e di vita sia utile, uno per non commettere più gli errori che ho fatto, per non buttare via la carriera, e due con la mia esperienza posso insegnare».

CAMBIO ALLENATORE«Ora con il cambio dell’allenatore si cerca di trovare delle motivazioni nuove. Non sarà una partita facile per nessuna delle due squadre, come tutte le partite tra l’altro. Il punto di Bologna può portare sicuramente un po’ di tranquillità dopo il periodo che c’è stato, anche nel portare le nuove idee di Stanković, che ha avuto un’altra settimana per stare con la squadra. A livello di campo sono sicuro che il nuovo mister stia lavorando molto a livello mentale perché in un momento in cui le cose non vanno bene bisogna lavorare prima sulla testa».

CLASSIFICA«La Sampdoria è ultima in classifica, nonostante essa non rispecchi quello che la squadra ha fatto realmente. La Samp poteva essere più fortunata in certe occasioni e avrebbe potuto avere qualche punto in più. Credo che Stankovic stia cercando di ridare credibilità al gruppo dando la possibilità a tutti di giocarsi il posto. Questo sicuramente può essere un’arma in più, poi c’è il campo che è il verdetto di tutti quanti».

CESSIONE SAMPDORIA«Ti devo dire la verità, queste cose non fanno parte dello spogliatoio ma della società, però possono intaccare a livello mentale dato che si parla poco della partita dando la priorità ad altri argomenti. Questo può deconcentrare, influendo sull’andamento del campionato. Anche da parte dei tifosi può esserci un po’ di demoralizzazione perché questa settimana doveva esserci l’ufficialità e invece non si è visto nulla. E questo dispiace».

VIALLI«Io non so quanto ci sia dentro Gianluca, so che nella trattativa degli anni passati aveva avuto la possibilità di contattare delle persone che avrebbero preso la Samp. Magari ci fosse dentro la società gente come Vialli, che hanno dato tanto, e continuano a dare tanto, per questa squadra, per il calcio e per la città di Genova. Per la città sarebbe il massimo se ci fosse una persona come Gianluca. Vialli oltre a svolgere altri ruoli può influire molto a livello di campo, essendo una persona di carisma, con cui i giocatori si possano sentire considerati importanti da una persona così vicina».

RUOLO ALLA SAMPDORIA – «Ma magari! Ora col fatto che sto giocando non posso prendere il patentino, questo sarà l’ultimo anno, anche perché ho 48 anni, non posso continuare oltre. Non sarebbe bello nemmeno per il contorno. Mi era rimasta la voglia dall’anno scorso perché giocai poco e niente a causa di una situazione con l’allenatore perché pensava volessi rubargli il posto. Ora voglio andare a prendere il patentino e allenare, mi piace stare nel gruppo, vivere lo spogliatoio. Ripeto, cerco di dare il mio contributo per l’esperienza calcistica».

MOURINHO«Io sono innamorato di Mourinho, sia come allenatore che come persona, perché mi sembra, perlomeno per come piace a me il calcio, che dia delle emozioni. È una persona che sa stare nel calcio, è intelligente, capisce quello che deve fare e quello che non deve fare. Io penso che chi sia allenato da Mourinho sia fortunato, perché questo può essere un insegnamento per il presente ma anche per un futuro fuori dal calcio. Non c’è un giocatore che parli male della persona di Mourinho e questo lo rende grande. È questo che lo porta a raggiungere degli obiettivi anche se delle volte sono difficili da raggiungere, come la vittoria della Conference l’anno scorso».

SPALLETTI«Ha l’esperienza di un grande allenatore, riesce sempre a ottenere risultati. È vero che poi ha vinto all’estero, ha vinto qualcosa in Italia, però ora si è completato. Non era facile per nessuno ribaltare Napoli, perché veniva da un ciclo veramente importante, con giocatori importanti. Ti devo dire la verità, non pensavo che il Napoli partisse in questa maniera dopo il calciomercato che ha fatto, però è stato bravo lui. La società ha rischiato perché perdere Mertens, perdere Insigne, perdere Koulibaly ti può dare una mazzata e invece c’è stata una rinascita da parte di tutti quanti. Spalletti è stato bravo sotto questo punto di vista. Ora Lobotka, che con Fabián Ruiz non giocava mai, sembra un altro giocatore,. Il 77 io credo che sia, insieme a Leao, il giocatore più forte, Politano e Lozano sono altri grandi giocatori. Sicuramente la presenza di chi è andato via influiva un po’ mentalmente in campo sul rendimento degli altri. Non con cattiveria perché quello che hanno fatto quei giocatori sono grandi cose. Io sono arrivato alla Samp l’anno dopo che andò via ma lo conosco bene essendo di Firenze, a me piace anche per la personalità e poi fa giocare bene le squadre, già a partire dalla Roma».

ALLEGRI«La Juve è cambiata tutta, c’era un’altra mentalità prima. Se ci fossero tre o quattro giocatori, come Chiellini, Barzagli, Buffon, ora non si ritroverebbe in questa situazione. È cambiata la mentalità perché sono cambiati un po’ i giocatori. Nonostante per me rimanga una buona squadra, è rimasto solo Bonucci dei vecchi ma può influire poco. Poi ora il giovane non è più come prima, si isola molto, crea poco gruppo e quindi sta facendo fatica la squadra. La Juve non la do mai per finita perché riesce sempre a uscire da queste situazioni, bisogna stare attenti. Di Maria ancora ha problemi fisici e non si è espresso del tutto, mettici dentro anche Pogba. Non si capisce il motivo per cui Chiesa non rientri ancora, queste assenze hanno creato ancora più problemi. Non penso che sia una colpa di Allegri, è vero che sei l’allenatore e quindi sei la prima persona che paga, però in campo ci vanno i giocatori, e li giocano alla Juve non in una squadra qualsiasi. Quando arrivi lì devi essere già un campione, e in questo momento in Italia si fa fatica a trovarne».

RASPADORI«Raspadori? Grande giocatore, e si vede nonostante la giovane età. È un ragazzo che ha la testa sulle spalle, si vede subito perché è passato dal Sassuolo al Napoli, in una città importante, in un campionato con pressioni, la Champions. Lui non ha fatto nemmeno fatica, credo sia una dota che abbia dentro e in prospettiva futura secondo me diventerà un grande giocatore. Di solito il cambio e le pressioni portano un po’ di problemi e invece lui si è inserito alla grande e sta trascinando il Napoli come se giocasse da dieci anni».

ZANIOLO – «Secondo me lui è stato sfortunato per i due infortuni, è normale che poi ritrovarsi non sia facile. Quando ci si rompe il ginocchio non è per niente facile, credo che gli vada dato il tempo senza pressioni perché si rischia di velocizzare il procedimento, avendo poi qualche intoppo. Più che altro, secondo me, può ritornare ai livelli di prima se non è più sfortunato. È un giocatore dominante, ha forza, qualità, ha tutto. Bisogna dargli il tempo e sperare che non abbia più infortuni, per la Roma e anche per la nazionale, perché l’Italia ha bisogno di questi giocatori. Però io penso che in questo momento l’assenza di Dybala sia davvero pesante perché è un giocatore che esce dagli schemi, che faceva i gol in qualsiasi momento e che ti creava l’assist. Sono giocatori che mandano in difficoltà le squadre avversarie».

DE ROSSI «Gli ho mandato un messaggio in privato su Instagram, gli ho detto che era ora che allenasse e gli ho fatto un grande in bocca al lupo. Penso che sarà un grande allenatore, ora deve avere uno staff molto preparato. Poi ci sono tipi di allenatori che devono capire e gestire il gruppo, perché secondo me ora le motivazioni e il gruppo possono creare problemi alle altre squadre. È anche vero che poi per giocare bene devi avere i giocatori, ma a volte le motivazioni, il carisma, la personalità può compensare alle mancanze di qualità. Io penso che Lele (De Rossi, ndr.) sia una persona che di carisma e qualità ne abbia da vendere, in più è stato un grande giocatore, un campione del mondo. In questo momento, questi personaggi possono portare qualcosa di diverso a questi ragazzi e fargli capire cos’era il calcio ai nostri tempi. I giocatori di oggi non hanno vissuto il calcio come lo intendevamo noi, c’era appartenenza gruppo, situazioni in cui il gruppo prevaleva su tantissime altre cose».

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