2015

Flachi, doppio ex di Empoli-Samp: «Blucerchiati in Europa? Me lo auguro»

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Una vita spesa alla Samp, un anno per rilanciarsi a Empoli: questa l’essenza da doppio ex per Francesco Flachi in vista della gara di domenica, quando i toscani ospiteranno domenica al Castellani il Doria di Sinisa Mihajlovic. Se la Samp è stata la maglia della vita per l’ex numero 10 blucerchiato, a Empoli Flachi ha ricominciato dopo la squalifica di due anni dopo un controllo antidoping, sfiorando la promozione.

Dalla sua Firenze, Flachi ha commentato la sfida di domenica ai microfoni di Corriere Tv, a partire dalle possibilità di Europa per la Samp: «Me l’auguro, con tutto il bene che posso volere alla Samp. Ormai dipende da loro. L’Empoli non ha più niente da dire in questo campionato, ma hanno scoperto un bravo allenatore». Forse al Flachi giocatore sarebbe piaciuto uno come Maurizio Sarri: «Probabilmente sì. Siamo persone che vengono dalla strada». Da qualche anno Flachi ha aperto un locale a Firenze, dando una mano tutti i giorni: «È un modo per stare con gli amici e a contatto con i tifosi. Sparecchio, apparecchio, servo la gente… sono una persona normale. E poi questo è un locale a gestione familiare: ci sono mio padre, mia madre e mia moglie».

In tanti non hanno dimenticato le sue magie: «Vengono molti tifosi della Fiorentina e sopratutto tanti tifosi della Samp. Questo mi fa enormemente piacere: vuol dire che quel che ho fatto l’ho fatto veramente bene». Vestire la maglia della Samp è speciale: «È stato bello. Quella frase “La Samp è un paradiso” è vera. Ho segnato 112 gol e ho smesso a 32 anni. Magari senza le bischerate che ho fatto non dico Mancini, ma Vialli magari l’avrei ripreso». La vita di Francesco Flachi è stata segnata dalla squalifica di 12 anni per cocaina, ma lui ha messo il passato alle spalle: «Non c’è un perché. Forse perché lo volevo fare in quel momento, volevo uscire da altri situazioni… sono cose che succedono. Non mi piace tornare indietro: chi pensa al passato non ha futuro. Il Flachi di oggi? Guardo mio figlio giocare: è bravo, magari ha preso dal papà…».

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