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Friis Sampdoria, svelato il retroscena sul dietrofront del tecnico: ecco cosa è successo

Friis Sampdoria, è stato svelato il retroscena sul dietrofront relativo al tecnico ex Sparta Praga: i dettagli
La Sampdoria è in una fase cruciale di rifondazione tecnica, un momento in cui il club cerca disperatamente di ritrovare la sua identità e di risalire la china in classifica dopo l’inizio di stagione complicato culminato con l’esonero di Donati. La ricerca del nuovo allenatore, che ha portato alla nomina di Salvatore Foti, ha coinvolto attivamente anche figure apicali come il direttore sportivo Andrea Mancini. Lo riporta Il Secolo XIX, svelando i retroscena di una scelta complessa, influenzata anche dalle indicazioni del Board straniero.
La dirigenza dei blucerchiati, in particolare l’azionista di maggioranza Nathan Walker, aveva inizialmente un’idea ben precisa, che andava oltre i confini italiani e le tradizionali logiche calcistiche.
Il requisito lingua: Il profilo sfumato di Friis
Il candidato ideale per Walker, secondo le indiscrezioni, doveva rispondere a requisiti molto specifici: giovane, straniero e, soprattutto, in grado di parlare fluentemente l’inglese. Per il Board, infatti, la conoscenza della lingua era considerata un requisito fondamentale, addirittura più importante delle pure conoscenze tattiche, per facilitare la comunicazione diretta e l’allineamento con la visione societaria internazionale.
Un profilo che rispondeva perfettamente a questi criteri era quello di Lars Friis, tecnico danese di 49 anni, reduce da un’esperienza sulla panchina dello Sparta Praga. Il suo stile e la sua provenienza lo rendevano un bersaglio appetibile per la nuova proprietà. Tuttavia, nonostante l’interesse, l’opzione è stata accantonata.
Un azzardo evitato: l’Importanza della conoscenza dell’ambiente
L’idea di puntare su un tecnico straniero e giovane come Friis, o su profili simili, è stata considerata un “azzardo nell’azzardo” in un contesto già delicato. La Serie B, con le sue insidie e le sue pressioni, ha evidentemente suggerito una virata verso profili che avessero una conoscenza più profonda del campionato italiano e dell’ambiente Doria.
È qui che l’influenza di Andrea Mancini e della componente italiana del management è stata decisiva, spingendo verso la scelta di Salvatore Foti, che, pur essendo un tecnico giovane, incarna un legame forte con la storia e l’identità dei liguri La Samp ha preferito puntare sul “cuore” e sull’esperienza italiana, pur mantenendo un occhio di riguardo alla modernità.
