2014

GdS – Okaka: «Ringrazio Mihajlovic. A Parma ero emarginato»

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Stefano Okaka è stata la sorpresa in positivo di domenica scorsa. Nella partita contro il Cagliari l’ex gialloblù ha fatto il suo esordio con la maglia della Sampdoria ed è stato un debutto molto positivo. L’attaccante classe ’89 si è ambientato immediatamente e ha interpretato in maniera perfetta lo spirito che Sinisa Mihajlovic chiede ai suoi giocatori: tanto sacrificio e tanta voglia.

RITORNO A “CASA” – Domenica prossima Okaka tornerà nella “sua” Roma, con cui fece i suoi primi passi nel campionato di Serie A; era il 18 dicembre 2005: «Se mi ricorda qualcosa? Eccome. Samp-Roma 1-1, come potrei dimenticarla? – dichiara il blucerchiato ai taccuini della Gazzetta dello Sport – Stavo in panchina a Genova, gran bello stadio fra l’altro. Quando mancavano pochi minuti alla fine (42’ della ripresa, ndr.), Spalletti mi chiamò per dirmi: “Entri tu”. Fu il mio debutto in A». I giallorossi, però, domenica pomeriggio saranno avversari: «Soprattutto penso che la mia Samp affronterà la Roma, una squadra che mi fa tornare in mente solo ricordi belli. Ero giovane, al mio arrivo presero tutta la mia famiglia a Trigoria (papà e mamma vennero assunti lì, ndr.), gliene sarò grato per tutta la vita».

Un’esperienza, quella a Roma, che ha permesso a Stefano Okaka di crescere in fretta, bruciando le tappe: «Ho dovuto superare tanti ostacoli e critiche. Da giovane sei più debole, ma se hai intelligenza cerchi di sfruttare certe situazioni negative per formarti caratterialmente – rivela Okaka –. Se non riesci a esprimerti subito su alti livelli, devi andare in prestito, e cambiare continuamente ambiente non è semplice, bisogna ricominciare da zero». Ma le premesse erano tutte dalla parte del giocatore di Castiglione del Lago che ha collezionato vari primati, come l’italiano più giovane ad esordire nelle coppe europee o il più giovane a segnare in Coppa Italia: «Una cosa che non mi ha mai pesato, però se sei giovane devono darti anche la possibilità di sbagliare». Continua il neoblucerchiato: « Ne ho sentite tante su di me. Okaka è scarso, è grasso, non è simpatico. A me sembra normale in una stagione avere momenti più o meno buoni, ma ho sempre cercato di fare il massimo. Credo che alla fine il lavoro paghi sempre».

RINASCITA BLUCERCHIATA«Devo dire grazie a Mihajlovic, al direttore (Osti, n.d.r.) e al mio procuratore Cattoli. “Stai dentro con la testa”, ecco le parole del mister, che mi ha chiesto solo di essere concentrato a livello mentale, e così ho cercato di fare». Sono bastati 90’ minuti per dimenticare l’esperienza negativa con in terra emiliana: « A Parma consideravano di più i ragazzi della Primavera di me, e già dal primo giorno ero stato messo inspiegabilmente fuori dal gruppo».
Anche se un certo Antonio Cassano aveva tentato di far ritornare in gruppo il giovane Okaka: «Conoscevo Antonio già prima di Parma, sin dal primo momento ha combattuto per me affinché mi riammettessero in gruppo. Persone come lui sono rare in questo ambiente, ma esistono: gli devo dire un grazie grande così».

PASSATO E PRESENTE – A Roma ritroverà due colonne portanti della squadra di Garcia come capitan Totti e De Rossi: «Con quest’ultimo mi ero legato appena arrivato a Roma, perché in Primavera mi allena- to da suo padre. Con Checco, a quei tempi mio vicino di posto nello spogliatoio, nacque una bella amicizia. Io mi ero aperto con lui e lui fece altrettanto con me».
Okaka è consapevole che, adesso, il futuro è nelle sue mani, tutto dipende dalle sue prestazioni con la maglia blucerchiata. I buoni propositi per far bene ci sono, anche perché il gruppo blucerchiato ora sta molto bene: « Dal campo, domenica, guardavo il grande lavoro degli altri tre uomini d’attacco, Gabbiadini, Soriano e Eder, e vedere tanta qualità al servizio dei compagni mi ha dato enorme entusiasmo. Mai accaduta una cosa del genere. Aspettavo un colpo di fortuna. E’ arrivato».

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