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Pagelle Genoa-Samp 0-1: Muriel letale, guerriero Barreto

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Una Samp autoritaria timbra il quinto successo nelle ultime sette gare e ottiene il primo “cappotto” sul Genoa in A dal 1959: le pagelle

Viviano 6.5 – Qualche intervento più un miracolo. Potrebbe essere ordinaria amministrazione, ma in un derby le parate pesano di più, specie quando la tua squadra non sta carburando.

Sala 6 – Tra quelli rimasti in campo fino alla fine, il “peggiore”: soffre terribilmente Laxalt, che è un incubo per tutta la gara. La fortuna è che alla fine la buona prestazione del suo avversario non incida troppo sui destini del Genoa.

Silvestre 6.5 – Il duello con Pinilla è lungo un’intera gara, ma lui sembra tranquillo e alle atmosfere calde – tra derby di Sicilia e di Milano – è abbastanza abituato.

Skriniar 7 – La crescita continua? Sì, perché la fase d’impostazione c’è, la personalità pure e un piede finalmente calibrato ad accompagnarlo. Lo slovacco se l’è cavata bene.

Regini 6.5 – Il voto sarebbe stato più alto senza l’incredibile sofferenza del primo tempo, in cui le poche volte in cui viene puntato da Lazovic soffre. C’è anche il liscio che procura la migliore occasione rossoblu dell’intera partita; nella ripresa, però, il capitano si trasforma in dinamo in fase difensiva e offensiva, di fatto chiudendo la fascia mancina da qualunque pericolo.

Linetty 6.5 – Ripartito titolare dopo tanto tempo, la scelta è quella giusta in un centrocampo di combattimento: tampona Ntcham e sospinge la Samp nel finale.

Torreira 7 – Con il Pescara era stato esiguo, tirando fuori il minimo indispensabile per padroneggiare. Oggi invece, schermato inizialmente da Simeone, fa fatica. Però alla distanza esce, anche prima dei compagni, perché la sua guida a centrocampo sembra esser fondamentale in questa squadra.

Barreto 7.5 – Una delle sue migliori prestazioni, soprattutto quella del secondo tempo. Una prestazione fatta di lavoro oscuro, di tante chiusure, di un baricentro che si alza a chiudere l’impostazione di Izzo, a dare una mano al trequartista di turno e al talento di Schick. Non molla fino alla fine, nonostante sembri zoppicare nel finale.

Bruno Fernandes 6.5 – Un po’ sottotono nel primo tempo e non è un caso che i destini blucerchiati siano grigi durante i primi 45′. Quando la squadra alza i ritmi, la qualità passa dai suoi piedi, dalle accelerazioni e dall’intelligenza tattica nel gestire ogni possesso (dal 29′ s.t. Praet 6 – L’entrata del belga potrebbe piegare gli avversari, ma alla fine l’ex Anderlecht si limita al lavoro oscuro e tenta di aiutare i suoi compagni in copertura).

Muriel 7 – Il gol decisivo vale da solo mezzo punto, ma soprattutto accelera i battiti nella ripresa, dopo un primo tempo nel quale il massimo risultato è rappresentato dal giallo causato a Cofie. Poi la traversa con un mancino al fulmicotone e la furbizia nel recuperare il pallone a Munoz sul passaggio mal calibrato di Burdisso. Sono 10 gol in campionato: non succedeva dal 2012-13 (dal 41′ s.t. Djuricic s.v. – Entra forse troppo tardi, ma nel momento ideale per dare respiro al match-winner. Proprio come all’andata).

Quagliarella 5.5 – Forse l’unico leggermente negativo in questa serata: non è un caso che Giampaolo decida di rinunciarvi e di sostituirlo per Schick. Ci saranno partite migliori in cui poterlo gratificare: oggi il lavoro oscuro – con i pochi palloni giocati – era persino difficile da notare (dal 21′ s.t. Schick 7 – Izzo avrà gli incubi: tre volte lo punta e tre volte lo frega, con lo stesso identico numero. Un set di skills in una partita da sempre così operaia lo aiuta a fare la voce grossa; peccato che le occasioni potenziali non si siano concretizzate in vere conclusioni in porta, altrimenti il derby sarebbe finito prima).

Genoa (3-4-1-2): Lamanna 6; Izzo 5, Burdisso 5, Munoz 5.5; Lazovic 6 (dal 30′ s.t. Palladino 5), Hiljemark 5.5, Cofie 5 (dal 37′ s.t. Taarabt s.v.), Laxalt 6.5; Ntcham 5.5 (dal 45′ s.t. Morosini s.v.); Simeone 5.5, Pinilla 5.

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