2015

Genova pare Toyama: il flop Yanagisawa

Pubblicato

su

GRAZIE CEREZOToninho Cerezo ha fatto del bene alla Sampdoria quando ancora indossava gli scarpini da gioco, poi è diventato allenatore e ha cominciato a dispensare consigli non proprio eccellenti. Nel gennaio del 2003 il procuratore Oberto Petricca si reca in Giappone per visionare qualche calciatore che si era messo in mostra durante la Coppa del Mondo casalinga dell’anno passato e, durante la sua permanenza nipponica, viene colpito da un attaccante dalle spiccate qualità tecniche e dalla velocità a suo dire supersonica. Gioca nei Kashima Antlers, formazione che da noi era famosa solo perché la J-League era presente nel videogioco FIFA, allenata proprio da Cerezo: si tratta di Atsushi Yanagisawa. A voler usare un luogo comune ci si accorge come i giapponesi la parola “sushi” ce l’abbiano anche nei nomi di persona, ma lasciamo perdere e concentriamoci su questo attaccante classe 1977 che da ben sette anni sta impressionando con i palchi rossoneri.

NIPPOSAMP – Le gesta di Yanagisawa arrivano fino a Petricca che le fa notare a Beppe Marotta, con un decisivo suggerimento di Cerezo. Marotta non è nuovo a operazioni del genere perché a Venezia prese l’oggetto misterioso Nanami, ma evidentemente l’allora direttore sportivo della Sampdoria non sembra tanto attento ai corsi e ricorsi storici e fiuta l’affare commerciale con l’Estremo Oriente. Nell’estate del 2003 la Sampdoria finalizza l’acquisto di Yanagisawa e lo porta a Genova fresco dei sui settanta e passa gol in sei stagioni e mezzo in J-League. Altro che Nakata o quel Nakamura di cui si va vociferando, questo Yanagisawa è un craque e lo dimostrerà in Serie A, uno dei campionati migliori al mondo. Arriverà nella rosa di Novellino e segnerà valanghe di gol in un portentoso attacco con Francesco Flachi e Fabio Bazzani, anzi addirittura sarà lui a rubare il posto a uno dei due condottieri della Samp nella cavalcata dalla B alla A. Sì sì, ne sono tutti convinti: Yanagisawa sarà un bell’affare.

SAYAN – Quello che sembra meno convinto di tutti però è proprio Atsushi, che si presenta a Genova come se fosse in gita premio. Capelli da Super Sayan, andamento lento fuori dal campo e una voglia di oziare seconda a nessuno, Yanagisawa durante la sua presentazione in blucerchiato mostra tutta la sua verve, pari a quella di una coda in autostrada a Ferragosto. «Genova è un posto stupendo, ha il mare davanti e i monti dietro, mi ricorda Toyama» afferma Yanagisawa, che continua: «Mi piace il cibo italiano, anche in Giappone mangiavo sempre nei ristoranti italiani». Tutti argomenti di una levatura particolare, certo, a cui fanno seguito nei giorni seguenti alcune buone amichevoli ma interviste un tantino shock, dove rivela di non avere idea di cosa fare quando si trova col pallone in area di rigore e di aver sempre preferito il baseball al calcio. Problemi di lingua? Forse, visto che il buon Yana sa dire solo “Barcollo ma non mollo” grazie al professor Francesco Pedone. Dopo l’iniziale euforia, sorgono i primi dubbi sulla tenuta caratteriale del giocatore, che in campo viene spostato sull’esterno da Walter Novellino, semper fidelis al 4-4-2.

L’INIZIO – Non gioca fino a fine settembre, forse perché non si è inserito bene, forse perché è veramente scarso, ma chi la saprà mai la verità. La rosa della Samp 2003-04 non è multiculturale per usare un eufemismo e quindi i primi progressi del giapponese tardano logicamente ad arrivare. Contro il Brescia però ha la sua grande occasione da subentrato e la sfrutta come meglio non potrebbe: sull’uno a uno a pochi istanti dal termine della gara si invola su un lancio dalle retrovie e viene steso da Castellazzi, calcio di rigore e gol di Flachi per il decisivo due a uno della Samp. Grande inizio a Marassi per Yana, che tre giorni dopo contro la Pro Patria vede il campo di nuovo in Coppa Italia, non lascia il segno ma comunque Novellino si accorge di lui, un buon indizio insomma. Il mister doriano però vuole concedere altre chance al nipponico e contro il Chievo arriva un assist prezioso per l’uno a uno finale, sempre da subentrato. Non c’è che dire, Yanagisawa sta stupendo tutti e la domenica successiva deve partire titolare con il Milan. Sarà l’inizio della fine.

LA FINE – A Marassi il Diavolo asfalta tre a zero il Doria e gioca una delle partite più belle che undici uomini messi assieme abbiano mai fatto negli ultimi quindici anni di Serie A. Di fronte a Nesta e Maldini Yanagisawa ritorna quello della presentazione, uno che preferisce stare sul divano a ronfare piuttosto che visitare la città di Genova (o Toyama, che sia). Viene letteralmente mangiato dalla retroguardia rossonera e disputa un match molto al di sotto delle aspettative. Novellino non è uno che concede troppe chance, o almeno non lo era all’epoca, quindi per Yanagisawa il ritorno nel dimenticatoio è cosa quasi ovvia. A fine 2003 le presenze sono poco più di cinque, ma almeno a Natale si sposa, guardiamo il lato positivo. Di quello che in patria veniva considerato l’erede di Zico non si vede nemmeno l’ombra.

TITOLI DI CODA – Le prestazioni del pigro Atsushi cominciano a essere sempre meno convincenti, il gol non arriva mai e non può essere una scusante il cambio di ruolo. Quando è in campo, e se è in campo significa che Novellino non può fare altrimenti, sembra che si scordi i fondamentali: non è quel giocatore frizzante e guizzante che era nei Kashima Antlers, maledetto Cerezo. La seconda parte di stagione è pleonastica e a fine anno in quindici gare Yanagisawa colleziona una media voto di poco superiore al cinque e ben zero gol, un ruolino interessante. Nonostante le parole del giapponese, che vuole restare a Genova ancora un anno, finisce a fine anno la sua avventura genovese. Beh, almeno la Samp ci avrà guadagnato col merchandising, e invece no. La vendita di magliette in Giappone non è così entusiasmante come si sperava, non si fa alcuna tournée nel Sol Levante e non arriva nessuna sponsorizzazione degna di nota. Solo qualche articolo sui quotidiani giapponesi e poco più, Yanagisawa quindi è un vero e proprio flop anche se poi avrà l’opportunità di rifarsi a Messina negli anni successivi, forse. Rimane in Italia fino al 2006 senza mai ripetere le gesta coi Kashima Antlers e soprattutto senza mai segnare. I capelli alla Dragon Ball però non se li è mai tagliati.

Exit mobile version