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Gli UTC contro le critiche: «No al gioco al massacro!»

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Gli Ultras Tito mandano un messaggio chiaro contro le critiche sterili alla squadra: «Sempre dalla tua parte»

Gli Ultras Tito Cucchiaroni, tramite il loro sito ufficiale, pubblicano un comunicato contro le critiche gratuite alla squadra, allenatore e società. La sconfitta contro il Crotone può far arrabbiare, deve far riflettere ma non deve far scatenare polemiche sterili. Ecco il comunicato della tifoseria: «Quando si perde male come a Crotone, è normale incazzarsi. Pensiamo ai nostri ragazzi partiti sabato sera in pullman e rientrati solo al lunedì mattina, in tempo per andare a lavorare. Così come ai Sampdoriani tutti. Però… Stavolta c’è un però. Noi non ci stiamo al tiro al bersaglio, al gioco al massacro, al “vergognatevi tutti”, al ritiro anticipato, al Sala non vale un cazzo, al Giampaolo era un genio e ora è un coglione, Ramirez si è montato la testa, tutti si son risparmiati per l’Inter. Noi siamo gli Ultras della Sampdoria. Tifiamo la Sampdoria. Che vinca, che pareggi, che perda. Che perda con onore o con disonore. Abbiamo imparato un solo modo di essere tifosi. Sostenere la squadra! Starle accanto, essere duri se serve ma mai, mai oltraggiosi verso i colori. Perché se qualcuno pensa che un giocatore che sbaglia una partita sia da mettere alla gogna, noi non siamo tifosi come lui. Se qualcuno pensa che fare il tiro al bersaglio su un giocatore della Sampdoria da quella fogna di idiozie che sono i social network sia da Sampdoriani, noi diciamo no! Non è da Sampdoriani. Ci siamo rotti il cazzo di gente che vive di presunte superiorità che non esistono, di tifosi da “tutto dovuto”, di gente che vive la dittatura dell’istante senza guardare cosa ha fatto fino ad oggi questa squadra, questo mister e questa società. Noi ripudiamo questo modo di essere Sampdoriani! Ci teniamo il nostro, stretti nelle nostre sciarpe, con in mano le nostre bandiere, coi nostri cori che spingano i nostri ragazzi a regalarci un’altra impresa in questo campionato, cullando un sogno chiamato Europa».

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