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I casi di Sla nel calcio: «Como e Sampdoria in testa, ma il club non conta»

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La dottoressa Pupillo e lo studio su calcio e Sla: «Como e Sampdoria in testa alla classifica, ma non c’è alcuna correlazione tra club e malattia»

La Sla (sindrome laterale amiotrofica) è una patologia che viene spesso associata ai calciatori, e in effetti una buona fetta di casi si concentra nella categoria in questione. L’istituto Mario Negri di Milano ha aggiornato il suo studio su calcio e Sla e La Gazzetta dello Sport ha raggiunto per discuterne la dottoressa Elisabetta Pupillo, autrice del lavoro assieme al dottor Ettore Beghi.

LE CIFRE – «In Italia c’è un tasso di atteso della malattia pari a 2,3 casi di Sla all’anno ogni 100mila abitanti. Nel calcio noi abbiamo trovato 34 malati su 23.586 giocatori individuati grazie agli Almanacchi Panini dal 1959 in poi: ce ne aspettavamo la metà (alla Gazzetta ne risultano di più, ma alcuni sono casi dubbi, ndr). Il rischio di ammalarsi è doppio, i centrocampisti sono i più colpiti e il male tra i calciatori insorge in media a 45 anni, vent’anni prima rispetto alla popolazione “normale”, però non demonizziamo il calcio, i numeri sono piccoli».

I CLUB PIÙ COLPITI – «In testa a questa triste classifica ci sono Como e Sampdoria con cinque casi negli anni, poi Fiorentina, Genoa, Lecco e Roma con quattro, ma sono numeri bassi e non fanno statistica. In più i giocatori si spostano da un club all’altro. Per noi non c’è alcuna associazione tra le squadre in cui i calciatori hanno militato e l’insorgenza del male. Non possiamo escludere nulla con assoluta sicurezza, ma su questo tema oggi i dati ci dicono di no».

CONCAUSE – «Ci sono delle tracce. La prima concausa potrebbero essere i traumi agli arti e alla testa. L’abuso di anti-infiammatori? L’ipotesi ha il suo perché, ma non è ancora scientificamente fondata. In altri sport se ne abusa, però lì non abbiamo trovato
casi di Sla. I pesticidi usati per i campi da gioco? Dal dopoguerra in poi due famiglie hanno curato la manutenzione dei campi degli stadi italiani e hanno usato gli stessi erbicidi. Oggi sono le tv a dettare le regole in questo senso, il verde dell’erba deve far evidenziare bene le linee del campo. Negli Usa ci sono stati diversi casi di Sla in una squadra di football americano che in casa giocava su un campo in erba naturale, e non sintetico come
quelli di altre società. Il doping? Non abbiamo dati su una connessione tra Sla, calcio e doping. In altri sport, dove il doping è diffuso in maniera massiccia, non abbiamo riscontrato anomale diffusioni di Sla».

SUPERSTITI – «Quanti sono ancora vivi su 34? Soltanto uno, ma ovviamente
non posso farne il nome».

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