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Il solito Cassano: «All’Entella perché non se li cacava nessuno». E sul futuro da ds…

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Cassano tra passato e futuro: «Sono andato all’Entella per accendere i riflettori su di loro. Ora voglio fare il ds, dove capita capita»

Dopo la brevissima parentesi alla Virtus Entella sul finire dell’estate, Antonio Cassano ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo definitivamente. L’ex attaccante della Sampdoria è intervenuto ieri sera a Tiki Taka, in onda su Italia Uno, per fare il punto della situazione sul suo presente e su quello che sarà il suo futuro: «Mi piacerebbe fare il direttore sportivo, dove capita capita, ma non a prendere lo stipendio dovendo solo dire di si. Con questa testa vent’anni fa avrei fatto molto di più, ma va bene così. Non ho rimpianti». Per quanto riguarda l’avventura fugace all’Entella, Cassano non ha peli sulla lingua: «Volevo vedere se avevo ancora voglia e aiutare Gozzi ad attirare le luci su di lui, perché non se li cacava nessuno».

Poi, un passaggio dedicato anche a Patrik Schick, giocatore che Cassano ha conosciuto alla Sampdoria e del quale ha riconosciuto le grandi doti tecniche fin da subito: «Doveva andare alla Juve, si è ritrovato in un’altra piazza. Mentalmente lo ha pagato. In più, non è adatto al 4-3-3 né da esterno né da prima punta solitaria. Deve avere i due attaccanti davanti a sé». Infine, il pensiero riguardo quella che per Cassano è diventata un’eccessiva ingerenza del VAR nelle partite: «Lascerei solo la goal-line technology, per il resto bisogna lasciare agli arbitri il diritto di sbagliare. Poi le partite si fermano, non sai se esultare o no per un gol – ha concluso Fantantonio -, una pagliacciata».

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