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Ivan riparte da Pesaro: «È una Sampdoria B, mi rilancerò»

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Ivan spiega la scelta di ripartire dalla Lega Pro: «In B non mi hanno cercato, a Pesaro voglio rilanciarmi»

Quando Walter Zenga lo fece esordire in Serie A contro il Carpi, per David Ivan si ipotizzava una carriera ben diversa. Il piccolo centrocampista era entrato a far parte della prima squadra, piaceva ai tifosi per l’impegno profuso in campo, sembrava insomma destinato ad affermarsi con la maglia blucerchiata addosso. Poi, con l’arrivo di Vincenzo Montella sulla panchina doriana iniziò pian piano il progressivo allontanamento del classe ’95 dal campo, fino ad arrivare, negli anni successivi, ad una serie di prestiti poco fortunati in giro per l’Italia. L’ultima tappa dello slovacco si chiama Vis Pesaro, in quella squadra che ha già accolto tanti giovani blucerchiati in virtù della collaborazione istituita con la Sampdoria: «Ho scelto Pesaro per rilanciarmi perché la Vis è una società ambiziosa che è diventata una sorta di squadra B della Sampdoria».

Naturalmente, il centrocampista avrebbe preferito una chiamata dalla Serie B, ma i due anni poco fortunati a Bari e Vercelli devono aver influito negativamente sul suo appeal: «Ho aspettato qualche tempo per vedere se usciva fuori qualche cosa in cadetteria ma poi ho deciso di venire in biancorosso». Perché una parabola discendente di questo tipo, dopo la buona stagione – se non altro a livello personale – 2015/16? Ivan prova a darsi una spiegazione: «Prima di affrontare la Juve all’ultima di campionato – ha continuato il centrocampista ai taccuini de Il Corriere Adriatico, mi sono fatto male. Al ritiro successivo non mi sono preparato, essendo reduce da quello stiramento, e sono stato girato in prestito al Bari in B. Bari dove ho giocato finché non mi sono strappato. Così la stagione dopo, che poi è la scorsa, sono tornato per alcuni mesi alla Samp per curarmi, prima di andare alla Pro Vercelli dove però non ho mai giocato. Il motivo? Scelta di Grassadonia. Evidentemente il mister non mi reputava adatto al suo modo di intendere calcio».

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