2014

La Domenica con Lei – Alla pari coi più forti

Pubblicato

su

Il Doria se l’è giocata a viso aperto, senza timori, con grande personalità e dominante fisicità. Questo è il responso più concreto che emerge dall’emozionante sfida notturna alla Roma ferita di Rudi Garcia, squadra speciale sotto diversi punti di vista. Mihajlovic e i suoi ragazzi hanno messo in campo tutto il repertorio, non solo a livello tattico e fisico (sorprendente la continuità di corsa durante tutta la gara), ma anche a livello tecnico. Diciamo che si è visto concretamente il motivo per cui il Doria occupa il terzo posto della classifica ed è ancora imbattuto in questo campionato: la squadra è pregna di sostanza, concetti e senso calcistico. Si vede insomma che alle spalle dei giocatori c’è una marea di lavoro, condiviso dagli stessi interpreti che, per primi, credono nella loro forza e nel sistema orchestrato da Mihajlovic e il suo staff.

Sarebbe sbagliato analizzare la gara concentrandosi sui singoli, sugli episodi (come il salvataggio di Regini su Gervinho o la parata strepitosa di Romero su Florenzi) o sulle occasioni mancate (quelle di Okaka e Gastaldello su tutte). La gara va contestualizzata e osservata da lontano, come una tela impressionista o un disegno fatto con la tecnica del puntinismo. Il lavoro dei giocatori blucerchiati è stato, per prima cosa, caratterizzato dalla consapevolezza della propria efficacia. Mi rifersico alla voglia di attaccare gli spazi, anche sul finale di partita, di pressare alti senza paura di prendere il contropiede, marchio di fabbrica della squadra di Garcia, di voler essere protagonisti della sfida e non semplici spettatori non paganti. Il Doria non ha giocato sulle spalle dell’avversario o in funzione di esso ma ha dato il proprio tono alle giocate e all’atteggiamento dei suoi calciatori. I reparti hanno giocato con grandissima coesione, basti pensare al generoso lavoro degli attaccanti, tutti efficaci nell’ aiutare il centrocampo e, talvolta, facilitare le diagonali difensive. D’altronde affrontare la Roma non è certo una cosa facile visto l’enorme varietà di soluzioni tecnico-tattiche a disposizione del tecnico giallorosso. A centrocampo, vuoi anche per l’assenza di Pjanic per gran parte della partita, il Doria ha giocato se non alla pari, addirittura meglio dei giallorossi. Grande la qualità fornita da Soriano e, a corrente alternata, da Obiang e Palombo così come tremendamente efficace è stata la pressione sui portatori di palla abbinata alla voglia di recuperare palla (anche con raddoppi) e contrattaccare. La Roma di certo non si aspettava una squadra che l’affrontasse fin dall’inizio della manovra e di questo ha senz’altro beneficiato tutta la prestazione del Doria, bravo a dare continuità a questo concetto tattico durante l’arco della partita. L’aspetto più importante della gara è stato, secondo me, l’atteggiamento equilibrato e non frenetico che la Samp ha dimostrato nella fase difensiva, di non possesso. Movimenti coordinati, giocate facili, sicure e grandissima concentrazione hanno permesso ai ragazzi di Mihajlovic di concedere pochissime occasioni alla Roma, squadra che solitamente difende attaccando l’avversario. Il pacchetto arretrato, eccetto nell’occasione di Gervinho del primo tempo, ha contenuto benissimo gli esterni giallorossi nei loro tagli e, anche grazie all’aiuto di centrocampisti ed esterni d’attacco, ha attutito la portata degli inserimenti senza palla dei mediani romanisti e i contromovimenti di Totti. La cosa bella è stata che la Samp non si è limitata ad occupare le linee di passaggio ma ha cercato, una volta ottenuto il possesso della palla, di attaccare la Roma nelle zone di minor densità, puntando sugli uno contro uno e sui cambi rapidi di gioco. Una prova da grande squadra e un pareggio tutt’altro che casuale.

Alla pari con una delle squadre più forti del campionato, se non la più forte in senso generale. Abbiamo visto una Samp umile ma creativa, attenta in difesa e spensierata in attacco. Abbiamo visto una squadra importante, totalmente all’altezza della situazione e dell’impegno di prestigio. Al di là del risultato bisogna dire che il Doria ha dimostrato che con molti fatti, poche parole e tanta organizzazione si possono vivere serate da protagonisti in serie A. Scusate se è poco. 

 

Exit mobile version