2015
La Domenica con Lei – Asfaltati, senza se e senza ma
L’unica cosa che ha fatto accorgere il pubblico della presenza del Doria in campo ieri sera è stato il posizionamento dei giocatori al momento del calcio d’inizio del match: tutti sulla linea di metà campo, come a voler dire “siamo qui per vincerla”. La partita è andata, invece, completamente in senso opposto e risulta fin troppo facile parlare di sconfitta netta e meritata, dai toni sbiaditi della figuraccia. Il Doria non è stato quasi mai in partita, soccombendo in maniera evidente dal punto di vista agonistico e fisico. La Lazio di mister Pioli mi è sembrata letteralmente correre il triplo rispetto ai giocatori blucerchiati.
L’apparente equilibrio del primo tempo dal punto di vista del risultato (partita sbloccata a sette minuti dalla fine) è stato tale solo superficialmente. La Lazio ha dominato a livello fisico, aggredendo il Doria sulle corsie laterali (male, malissimo i due terzini), e nell’atteggiamento, propositivo, sfrontato e finalizzato a occupare la metà campo doriana, puntando molto sugli uno contro uno e sull’impeto dei suoi solisti (Felipe Anderson in condizioni quasi sovrumane). Parlare di singoli non sarebbe di grande utilità, così come enumerare le molte cose che non hanno funzionato. Quello che mi ha lasciato perplesso non è certo la bruciante sconfitta, che ci può e ci deve stare dopo tanti risultati utili. L’aspetto di maggiore rilievo è rappresentato dalla diversa condizione fisica messa in campo dalla Lazio nella sfida di ieri. Ci può stare, sia chiaro, di soccombere nettamente di tanto in tanto. Il fatto è che il Doria ha sempre fatto dell’aggressività e della condizione i suoi punti di forza maggiori. Non è certo confortante vedere come, alla prima del 2015, siano estremamente differenti sia lo spunto sulla palla che la razionalità nella gestione della stessa fra due squadre sostanzialmente equivalenti, se non dal punto di vista tecnico, a livello di posizione in classifica. La sconfitta più pesante e netta dell’era Mihajlovic ha fatto il suo ingresso in un momento delicato, sopratutto per via del calciomercato. Cercare spiegazioni e fare congetture sul rigore negato, sulla cessione di Gabbiadini, sulle trattative in corso o sul valore qualitativo della rosa non ha alcun senso. Le partite vanno analizzate e vivisezionate secondo una logica precisa, al netto degli episodi e delle sfumature di contorno. La Sampdoria ieri ha fatto male su più livelli, giocando a un ritmo e una intensità non consoni alla partita. Se è stato solo un episodio isolato questo lo scopriremo molto presto, a partire dalla sfida di domenica contro l’Empoli.
La partenza del nuovo anno non è stata affatto in linea con quello appena concluso. Passivi, impotenti e fuori partita troppo presto. L’asticella si è nuovamente alzata: la parola, come sempre, spetta al campo.