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2014

La domenica con Lei – Colpaccio al di sopra di ogni sospetto

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Una vittoria convincente ed estremamente importante quella del Doria all’Olimpico di Torino. Difficile aspettarsi un successo così ben strutturato e meritato alla luce delle ultime, poco esaltanti, prestazioni fornite dalla squadra di Mihajlovic. Di fronte c’era un Torino molto importante e solido che mai è riuscito, se non a sprazzi, a venire a capo di una gara interpretata benissimo dalla Samp, equilibrata e concreta. Inutile dire che questi tre punti proiettano la Sampdoria in una posizione di classifica in cui sbagliare, a meno di autolesionismi di difficile concepimento allo stato attuale, è quasi impossibile. 

Le chiavi della partita si possono semplificare in due concetti fondamentali. Il primo è stato, senza dubbio, l’arretramento di Eder dietro un centravanti di ruolo come Okaka, martellante nel suo agonismo. Il brasiliano, bravissimo anche in copertura, è stato l’ago della bilancia di una Samp dai tempi giusti, ottima nell’equilibrare le sortite offensive a una programmatica densità in fase di copertura. Le idee difensive di Mihajlovic, orientate a togliere profondità a Immobile e a limitare lo spazio di gioco a Cerci, si sono concretizzate grazie al lavoro di tutti i componenti della squadra, guidata da un Mustafi in grande spolvero e da un Da Costa solidissimo, dopo una settimana tutt’altro che facile per lui.

L’altro concetto fondamentale è stato, secondo me, la perfetta lettura della partita fornita da mister Mihajlovic, bravissimo a cambiare modulo e posizioni dei giocatori in corsa. Il momento chiave è stato sicuramente quando il Torino, nel secondo tempo, è passato a giocare con quattro attaccanti di ruolo. In quella situazione Mihajlovic ha detto ai suoi di passare al 4-3-3 per giocarsela a viso aperto tramite duelli individuali. Il tecnico serbo è come se avesse detto: “O prendiamo il pari o la chiudiamo sul 2-0”. Rischiosissimo sarebbe stato chiudersi, come nelle gare contro Cagliari e Genoa, e aspettare il fischio finale. Il coraggio di Mihajlovic ha dato grande spinta caratteriale alla squadra, bravissima a rendere concrete le idee “bellicose” del mister. Quello che sottolineavo la settimana scorsa riguardo l’apparente sfrontatezza perduta da mister Mihajlovic trova, in questa partita, una risposta importantissima. Si è rivista la fame dei momenti migliori e l’organizzazione di gioco orientata al “giochiamocela” senza troppi fronzoli. 

A livello individuale, detto già delle prove ottime di Mustafi, Da Costa e Okaka, va sicuramente dato merito all’inedita coppia di centrali di centrocampo Renan-Obiang. Entrambi, dopo un periodo con più ombre che luci, si sono riscattati soprattutto a livello temperamentale: calma e giocate pregne di significato. La Samp, a differenza delle ultime gare, ha giocato con grande senso tattico, senza però dimenticarsi quella sfrontatezza che serve per andare in campi come quelli di Torino per fare risultato. Una vittoria meritata ed estremamente importante, come ho scritto all’inizio, perchè certifica il lavoro del gruppo e allontana quel lato oscuro che, spesso nella storia recente, ha causato guai e grattacapi. Ora viene la parte più difficile e decisiva per raggiungere l’obbiettivo salvezza con ragionevole anticipo. Guai a ritenersi già salvi, sarebbe uno sbaglio recidivo. Il Doria deve continuare a crescere, seguendo le linee guida del suo allenatore. Non manca molto ma è proprio negli ultimi metri che bisogna dare tutto, a testa bassa: la storia insegna. Da qui passa il processo di maturazione della Sampdoria.

 

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