2015

La Domenica con Lei – Tre punti in beneficenza

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Una sconfitta pesante quella di Verona. Forse evitabile. In un momento delicato come questo, il primo vero e significativo nella stagione del Doria, sarebbe facile ma sbagliato essere travolti da isterismi, poco utili alla causa ma comprensibili visto l’enorme apporto sentimentale provato e dato ogni maledetta domenica dai tifosi blucerchiati. Il compito di questa rubrica è e sarà sempre quello di analizzare tatticamente, e non solo, la prestazione della Sampdoria e anche questa volta sarà così, senza farsi prendere dal nervoso oppure da cieco (e superficiale) ottimismo. La Samp ha perso contro il Chievo Verona e lo ha fatto nel modo più fastidioso possibile, ossia regalando ai locali la situazione ideale per poter portare in porto la gara. 

Gli elementi significativi da analizzare sono, a mio avviso, due. Il primo riguarda essenzialmente l’aspetto tattico ed emotivo della gara. Il Chievo è una squadra che da tradizione fa giocare male gli avversari grazie alla sua ottima organizzazione difensiva e al suo spiccato agonismo. La partita di ieri si è messa immediatamente nei binari preferiti dei veneti che, dopo il fortunoso gol in avvio (il secondo consecutivo subito dal Doria nei primi minuti), hanno potuto giocare una gara in discesa basata sul contenimento, la densità difensiva (sempre in nove se non dieci dietro la linea della palla) e il contropiede. La Samp non è mai riuscita, per vari motivi che analizzeremo, a sfruttare l’enorme, ma lentissimo, possesso palla generato per tutta la gara. Il gol del 2-0, un regalo clamoroso, ha reso ancora più facile la partita per il Chievo che si è visto in vantaggio di due reti contro una squadra in netta difficoltà nel velocizzare la manovra e nel concretizzarla. Il Chievo è una squadra che si difende benissimo e sa come frustrare la pazienza tattica degli avversari: il Doria, complice lo svantaggio immediato, è caduto con tutti e due i piedi nella trappola dei veneti, increduli nel trovarsi 2-0 senza aver gestito mai la gara. I meriti dei ragazzi di Maran sono innegabili, ma la Samp ci ha messo del suo, in maniera fin troppo evidente. Qui arriviamo al secondo elemento da analizzare: il turnover. Io non sono certo fra quelli che apprezzano questo genere di operazioni (qui portata all’estremo) all’interno di una stagione, soprattutto prima di un Derby, soprattutto dopo una serie di partite non brillanti. Cambiare così tanto in una gara del genere, contro un Chievo modesto e affaticato dall’impegno infrasettimanale di Parma, è stata una cosa davvero difficile da comprendere. Gli esperimenti ci stanno ma questa era una partita da vincere a tutti i costi. Certi inserimenti vanno gestiti con cognizione di causa e non come se si trattasse di una amichevole, anche per chi gioca e si trova ad essere giudicato non nelle migliroi condizioni. A centrocampo tre giocatori muscolari come Acquah, Palombo (che col Sassuolo aveva dato segni di forma non proprio al top) e Duncan che non hanno dato qualità alla manovra, pur giocando tutti e tre una gara solida e di grande impegno. Fra le linee il giovane Correa, partito bene ma ancora nel pieno della fase di crescita, e davanti un Bergessio controproducente assieme Samuel Eto’o. Il camerunense ha deliziato la platea veronese con giocate di grande classe, dimostrando una condizione in crescita e un tasso tecnico superiore. Il problema si è palesato in maniera evidente nelle enormi difficoltà trovate dal Doria nel fronteggiare la difesa schierata (e per difesa intendo almeno otto effettivi) del Chievo. Il giro palla è stato lento e prevedibile con il solo Eto’o in grado di saltare l’uomo e giocare di prima. Il camerunense ha dovuto arretrare troppo il suo raggio d’azione per poter essere pericoloso e creare un barlume di superiorità numerica. La carenza di fantasia e cambio passo dalla linea mediana in su, abbinata alla considerevole densità difensiva proposta dal Chievo, hanno forzato spesso la Samp a giocare coi difensori e, in moltissime occasioni, con il portiere Viviano. I due terzini hanno spinto ma senza qualità. La mossa di Wszolek terzino destro, alla luce dei non esaltanti risultati ottenuti contro l’Inter in Coppa Italia (in cui è stato anche espulso), mi ha lasciato molto perplesso all’inizio e fatto altrettanto arrabbiare dopo l’ “assist” clamoroso a Meggiorini in occasione del 2-0.

Troppa leggerezza è stata messa nel gestire e preparare questa gara. Non si possono lasciare tre punti per strada per non rischiare la squalifica di alcuni elementi importanti nel Derby, non è da Samp. Un solo cambio in tutta la gara (toccato al povero Correa invece di Bergessio) e la netta sensazione che si doveva e poteva fare molto di più. Personalmente ho visto un grande Eto’o, Muriel con buoni movimenti e Acquah molto tosto ma è nel complesso che la squadra non ha avuto grande senso logico. I giocatori si conoscevano poco e non è nemmeno colpa loro se certi automatismi, contro una squadra organizzatissima come il Chievo, non si sono visti. Poi c’è da aggiungere che l’errore clamoroso sul gol del 2-0 ha compromesso molto la gara che, nel finale, ha pure concesso alla Samp la chance di pareggiare. Questi sono tre punti regalati a una squadra tosta ma modesta in una gara che è stata troppo sottovalutata e pesata differentemente rispetto al Derby. Sono entrambe gare da tre punti, non ce lo dimentichiamo. Gli errori in un campionato come quello italiano si pagano sempre: il Chievo ringrazia.

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