2015

La Domenica con Lei – Volere è potere

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Una vittoria sognata, cercata e raggiunta con grande perserveranza. La Sampdoria sbanca lo stadio Olimpico in una serata difficile da descrivere, emotivamente parlando, mettendo nei guai la Roma di Garcia, fischiata senza sosta dopo la rete del ko firmata Luis Muriel. Tutto l’ambiente blucerchiato, a partire dai tifosi che hanno acclamato i giocatori alla partenza per la Capitale, ha spinto e creduto in questo successo, dichiarazione di guerra vera e propria a tutte le avversarie per l’Europa. La grande forza di volontà, unita a una compattezza di squadra fuori dal comune, ha fatto la differenza là dove le difficoltà sembravano poter affondare la squadra blucerchiata. La Samp ha resistito, non ha perso la testa e ha colpito con i suoi grandi solisti, vera differenza nei momenti clou della sfida. 

Il primo tempo è stato indubbiamente molto faticoso per merito, soprattutto, della Roma che ha cercato in tutti i modi di segnare il gol del vantaggio. Nella prima parte della gara la Samp ha mostrato un baricentro molto basso con Eto’o e Eder praticamente sulla linea dei centrocampisti e Okaka là davanti a sgomitare e a prendere falli. Una idea tutto sommato giusta, visto che la Roma fà dell’attacco in transizione la sua arma prediletta. Abbassare il baricentro ha impedito ai giallorossi di attaccare la profondità coi suoi velocisti (Gervinho e Iturbe su tutti) e li ha obbligati a un palleggio insistito di fronte a una difesa schierata. In altre parole il giropalla degli uomini di Garcia si è risolto in giocate lente, sterili e prevedibili. Come ben noto riuscire a gestire passivamente il ritmo della partita facendo giocare gli avversari comporta un notevole dispendio di energie. Proprio per questo nella seconda parte della prima frazione la Samp si è allungata e ha sofferto molto, prestando il fianco al contropiede giallorosso, pericoloso in più di un’occasione (aiutato dalla scarsa vena del guardalinee che non si è accorto di almeno un paio di posizioni nettamente irregolari). Se da una parte Regini ce l’ha messa proprio tutta per far segnare la Roma (assist a Gervinho e tentativo di autorete), dall’altra Viviano si è immolato con grande autorevolezza e dinamismo in ogni occasione in cui è stato chiamato in causa. L’aver mantenuto la porta inviolata nei primi quarantacinque minuti è stato un grande successo da parte degli uomini di Mihajlovic, bravi a far sfogare la Roma senza disunirsi e con la giusta mentalità. La Roma è stata senza dubbio padrona del campo nel primo tempo ma, vuoi per un pò di sfortuna, vuoi per la scarsa vena dei suoi attaccanti, non è riuscita a cambiare il corso della partita. Nel calcio poi gli errori si pagano sempre.

Nella ripresa è venuta fuori la grande voglia della Samp di fare risultato, senza rinunciare alla sua identità e al suo credo tattico. La Roma, dal canto suo, è sembrata stanca e un po’ stressata dalla sua apatia offensiva, pressata da un pubblico impaziente di veder sbloccare il risultato. Il Doria ha colpito grazie alla  sua mentalità forte e decisa: a Roma per giocarsela, punto. Sempre tre attaccanti in campo e voglia di ribaltare ogni azione difensiva in offensiva. Il gol di De Silvestri, nato da una magia di Eto’o, mostra la voglia incondizionata di determinare e di non essere passivi osservatori in balia degli eventi. Se poi aggiungiamo a tutto questo la grande generosità di Eder e di Eto’o, pronti a immolarsi per la causa senza rinunciare a offendere come è proprio delle loro caratteristiche, allora abbiamo un quadro più reale della partita della Samp: tutti al servizio della squadra per il bene comune. Il gol di Muriel, assolo di velocità e talento grezzo, ha chiuso la gara mostrando a tutti che la Samp non è lì in alto per caso. La differenza fra Roma e Sampdoria l’ha fatta la voglia incondizionata di fare risultato, la libertà di esprimersi senza troppi filtri, con la giusta pressione utilizzata non come alibi ma come stimolo. Poi, inutile dirlo, i giocatori importanti aiutano a risolvere quelle magagne che si possono incontrare durante il cammino. Altrochè distrazioni. 

Inizia nel migliore dei modi questo ciclo di partite molto importanti che diranno se la Samp potrà o meno giocarsela fino in fondo per un posto in Europa. Indipendentemente da tutti questi discorsi, però, c’è da sottolineare l’ennesima grande impresa di questa squadra, costruita su sogni che sembrano sempre più concreti. Volere è potere

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