La lunga ed appassionante storia dell’Unione Calcio Sampdoria - Samp News 24
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La lunga ed appassionante storia dell’Unione Calcio Sampdoria

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A quasi 80 anni dalla sua fondazione nel 1946, vale la pena ricordare quali sono state le principali tappe storiche del club genovese. In pochi sanno, infatti, che l’Unione Calcio Sampdoria si chiama in questo modo proprio perché fu il frutto dell’unione tra due società cittadine: la Ginnastica Comunale Sampierdarenese e la Ginnastica Andrea Doria. 

Una fusione, quella, che ha dato vita ad una delle società più importanti e seguite del calcio italiano. Un club che tra glorie e insuccessi, può vantare la conquista di uno scudetto e le cui quote sono presenti all’interno di tutti i portali di gioco online, anche quelli che offrono sorprendenti bonus senza deposito con spid.

Ma com’è cambiata la Sampdoria nel corso di questi lunghissimi 80 anni? Ecco tutti i momenti più significativi che ha attraversato il club blucerchiato. 

La fondazione dell’Unione Calcio Sampdoria

Le origini della Sampdoria risalgono al 12 agosto 1946, dalla fusione tra Sampierdarenese e l’Andrea Doria, due club genovesi storici. Il primo era già iscritto in Serie A, ma non disponeva di adeguate possibilità economiche, mentre il secondo era stato escluso dalla prima divisione e poteva attingere ad un’ampia liquidità. Un’unione quasi necessaria, insomma, che ebbe l’effetto di trasformare immediatamente i “non genoani” in Sampdoriani.

Gli anni successivi alla fine della guerra furono parecchio difficili per Genova, e quella storica fusione rappresentò il desiderio di riscatto e la voglia di tornare a sorridere del popolo genovese. Lo stesso nome del club ebbe origine dall’unione tra i nomi delle due società cittadine. E così, anche la maglia blucerchiata rievoca la fusione tra la Sampierdarenese e la Ginnastica Andrea Doria.

Bastò poco ai blucerchiati per consolidare la propria posizione in Serie A, non portando a casa alcun trofeo significativo per tutto il primo decennio degli anni 50, ma costruendo una solida reputazione agli occhi delle altre società e dei tifosi italiani. Brighenti, Bassetto e il popolarissimo portiere Sentimenti (il primo portiere goleador), rappresentano alcuni degli atleti più rappresentativi della Sampdoria dei primi anni. 

Gli anni ‘70 – Tra alti e bassi 

Dalla nascita, per circa vent’anni il club giocò costantemente in prima divisione, con risultati piuttosto altalenanti. Durante la stagione 1960-1961 concluse tutte le giornate di campionato posizionandosi al quarto posto della classifica, e si trattò di uno dei risultati più importanti della Sampdoria della prima epoca. Tra gli anni ‘60 e ‘70, tuttavia, ebbe inizio un periodo particolarmente difficile per il club, che culminò con la retrocessione in Serie B nel 1965-1966.

L’anno successivo riuscirono a vincere il campionato cadetto e a tornare in prima divisione, ma le difficoltà permasero, con il club che continuò per un po’ a sedere nelle ultime posizioni in coda alla classifica. Il primo risultato significativo arriva dopo oltre un decennio, con la vittoria della prima Coppa Italia, nella stagione 1984-1985. Il trionfo fu raggiunto con la sconfitta del Milan sia nella finale d’andata che in quella di ritorno. Questo importante traguardo coincise, peraltro, con l’inaugurazione di era d’oro per la Sampdoria: l’era Mantovani.

1983-1993 – La Samp d’oro

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Il presidente Paolo Mantovani assunse la guida della società nel 1983, e questo bastò a cambiare radicalmente i destini e la storia del club. Dopo la prima Coppa Italia nel 1984, il club riuscì a conquistarne un’altra nel 1988, e un’altra ancora nel 1989. Nel 1990 la Sampdoria portò a casa la prestigiosa “Coppa delle Coppe”, battendo l’Anderlecht in un incontro ormai diventato leggendario per i tifosi blucerchiati. 

Il massimo splendore dell’era Mantovani venne raggiunto però nel 1991, anno in cui la Samp riesce a vincere il primo scudetto dopo quasi 40 anni di presenze in Serie A. Ancora oggi si celebra lo storico gruppo che riuscì a portare a termine l’impresa, composto da personalità importantissime come Gianluca Vialli, Roberto Mancini, Gianluca Pagliuca e Toninho Cerezo. Nel 1992, infine, la Samp riuscì a portarsi fino alla finale di Coppa dei Campioni, che perse contro il Barcellona ai tempi supplementari. 

Gli anni 2000 e i giorni nostri 

Dopo un’era tanto splendida come quella degli anni ‘90, tutti si aspettavano una leggera flessione negativa da parte della Samp per i periodi successivi. Gli anni 2000, invece, rappresentarono un periodo piuttosto florido per la squadra, che continuò a ritagliarsi un posto da protagonista nella classifica di Serie A.

Durante la stagione 2009-2010 concluse il campionato collocandosi al quarto posto, ottenendo persino una qualificazione ai preliminari di Champions. Furono gli anni, questi, in cui l’attacco era formato da Antonio Cassano e Giampaolo Pazzini, mentre la guida del club era affidata a personalità straordinarie come Walter Mazzarri e Luigi Delneri. 

Con l’addio di Cassano e Pazzini, nella stagione 2010-2011, la Samp affrontò un nuovo periodo di transizione, con scarsi risultati di rilievo. Il 2020 la società ha dovuto fare fronte a numerosi problemi economici e gestionali sotto la guida del presidente Ferrero. Oggi la Sampdoria milita in seconda divisione, ma con l’obiettivo di ritornare presto in Serie A. 

Un club con solide fondamenta 

La storia della Sampdoria, insomma, è attraversata da periodi piuttosto complessi, trionfi sorprendenti e personalità sportive entrate di diritto nella leggenda. Gli anni ‘90 hanno rappresentato un periodo d’oro per la squadra, con la conquista del famigerato scudetto. Inutile dire che un club con radici tanto profonde merita grande considerazione, e ci si augura che presto i blucerchiati possano tornare a correre in prima divisione. 

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