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Stankovic: «Devi segnare per vincere. Situazione del club? So solo dov’è il campo»

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Dejan Stankovic, allenatore della Sampdoria, ha parlato al termine del match di Serie A perso contro la Lazio: le dichiarazioni

Dejan Stankovic, allenatore della Sampdoria, ha parlato al termine del match di Serie A perso contro la Lazio. Ecco le dichiarazioni rilasciate ai microfoni di DAZN.

SCONFITTA – «Come si torna a casa? Con l’aereo, tutti insieme. È stata una prestazione dignitosa. Non bisogna fraintendere le cose: la Lazio è una squadra ben costruita, ben allenata con campioni di livello. Ci manca la lucidità davanti alla porta, è vero. Lo dico sempre ai miei ragazzi di essere più lucidi nelle scelte che si fanno davanti alla porta. Per vincere serve segnare. Continuo a lavorare per migliorare le prestazioni sotto la porta, ma questa sera sono stati bravi».

LUCIDITA’ – «La lucidità si allena? Non lo so, è una domanda strana. Quando non sei fisicamente preparato la lucidità ti manca, ma loro sono ben preparati. Hanno fatto una altissima prestazioni fisica, tenendo botta per 95 minuti. Serve maggiore tranquillità. Non dimentichiamoci che giochiamo con l’acqua alla gola e non è facile. Lì non sono lucidi. Vogliono fare con un tiro due gol. Affrettano le decisioni. Noi non molliamo, ci alleniamo e cerchiamo di trovare le soluzioni».

SITUAZIONE SOCIETARIA – «Io so solo dove è il campo e il centro sportivo. È lì il mio lavoro. Cerco di tenerli lucidi. Cerco di proteggerli dalle cose esterne. Non sono la persona che può rispondere a cose relative ad altre sfere. Io sono un uomo di campo, di gruppo. Io voglio allenare questi ragazzi a livello sportivo e a livello umano, a loro non posso chiedere altro. Sul resto non posso rispondere certo io. «Chi ha paura del non successo, non avrà successo mai. Io non ho paura. Io tengo la squadra unita. Ci sono cose ben più difficili nella vita e io cerco di dare tranquillità ai miei ragazzi. Non è facile, ma nella vita ci sono cose più difficili».

MIHAJLOVIC – «È passato poco tempo dalla morte di Sinisa. È ancora fresca come cosa. Sono andato al cimitero e Sinisa mi ha portato tutte le parole. Sono triste, ma prego tutte le sere per Arianna e per i figli. Il loro dolore è immenso. Non paragonabile. Io mi tengo il mio dolore, per me era una figura importantissima».

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