Liga, Tebas sicuro: «La Serie A può avvicinarsi alla Premier League»
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Liga, Tebas sicuro: «La Serie A può avvicinarsi alla Premier League»

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Javier Tebas, presidente della Liga, ha parlato di Serie A e Superlega durante il Social Football Summit allo stadio Olimpico di Roma

Javier Tebas, presidente della Liga, ha parlato di Serie A e Superlega durante il Social Football Summit allo stadio Olimpico di Roma. Le sue dichiarazioni.

SUPERLEGA – «È una stupidaggine. Avrebbe alimentato problematiche del calcio europeo, non avrebbe risolto nulla. Abbiamo più di 1500 club in Europa, non contano solo quei 20 che non avevano incluso tutti gli altri. La Superlega avrebbe aggravato le conseguenze economiche, diminuendo gli introiti delle competizioni nazionali. I valori dei diritti tv di Spagna e Italia ad esempio sarebbero diminuiti. Solamente in Spagna avremmo perso un miliardo e 900 milioni di euro a causa della Superlega. Il tema è regolare il fair play finanziario in modo più diligente. I problemi sono di carattere economico: i problemi economici di Juve, Milan e Inter sono una conseguenza dei format e delle gare oppure è la conseguenza di un fair play finanziario inadeguato? Evidentemente il problema non sono i campionati. Le cause della crisi non sono sportive».

SERIE A – «La Serie A deve essere consapevole che è la competizione europea con più margini di crescita e che è quella che di più può avvicinarsi alla Premier League. Per far sì che la Serie A cresca deve adottare misure importanti nella governance. Ci sono molte persone che vogliono investire nel calcio italiano, ma non può pensare di arrivare al traguardo senza cambiare. Mi auguro che la Serie A si trasformi in uno dei più grandi competitor della Liga».

FPF – «Ci sono dei problemi economici in alcuni campionati europei. Ma i problemi economici che hanno Juve, Milan, Inter e alcune squadre francesi, è una conseguenza dei formati delle competizioni o di un fair play finanziario non adeguato? Se si analizza un problema e si realizza che quest’ultimo non ha cause sportive, ma economiche, allora si può agire solamente a livello di FPF. È importante che nessun club spenda più dei ricavi e possa realizzare apporti di capitale illimitati, questo è proibito in tutti i settori economici in base alle norme sulla competitività, mentre nel calcio stiamo permettendo che alcuni club possano competere con altri nonostante grandi perdite. L’aumento di capitale attraverso i fondi porta ad un’inflazione con denaro che non ha nulla a che fare col calcio. Per questo non sono d’accordo che il problema sia a livello di format».

FISCALITÀ – «Dobbiamo essere rigidi nell’apporto di capitale illimitato nei club. Così, ripeto, aumenta l’inflazione. Nel mercato invernale lo vedremo con il Psg e forse col Manchester City. I giocatori possono finire solamente in alcune squadre e questa situazione va limitata. Noi abbiamo stabilito quanto può spendere un club per la propria rosa e per i propri tecnici. Abbiamo ridotto le possibilità di spesa e credo che questa sia stata una soluzione economica buona che ci ha portato a non dover chiedere soldi allo Stato, anzi quest’ultimo li ha chiesti a noi. Va stabilito un limite globale in base agli introiti stagionali della squadra, così si dribblano problemi come l’inflazione».

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