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Lippi: «Sampdoria sempre nel cuore. Ho ancora voglia»

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In attesa di capire se andrà al Milan o meno, Marcello Lippi si gode la Sampdoria. L’ex difensore doriano adesso è un allenatore in cerca di panchina e ricorda i tempi passati sotto la Lanterna. Lippi infatti ha dichiarato: «I ricordi alla Sampdoria sono tanti e grandi, sono arrivato che ero un bambino e sono tornato via che ero spostao e con i figli nati a Genova. Quando sono andato via, Mantovani mi ha detto di tornare come dirigente o allenatore. Poi tornai e allenai la primavera, sono stato venti anni in tutto al Doria, è un pezzo della mia vita che mi è rimasto nel cuore».

GIOVANI – La Sampdoria è stato il trampolino di lancio per Lippi che per tre stagioni ha allenato i giovani, salvo poi rendersi in conto che aveva aspirazioni più alte. Lo stesso Lippi racconta: «Sia dal punto di vista caratteriale che tecnico si prende qualcosa da tutti i mister, io ho sempre sognato di prendere la capacità di gestire gli uomini da Fulvio Bernardini che sapeva imporre la propria personalità senza annullare quella degli altri. Quando ero in primavera mi accorsi che volevo l’adrenalina, sono andato in Serie C poi la Serie A e la Serie B, il resto è noto». 

IL RESTO – Non solo Sampdoria nella carriera di Lippi, che continua: «Alla Juventus sono stato otto anni e vincevamo sempre. Narciso Pezzotti è un fedelissimo mio per tanti anni. Cina? l’unica cosa negativa era la lontananza ma è stata un’esperienza positiva, è andato molto bene ed è stato bello. Non c’è paragone tra Champions League o Scudetti e il Mondiale, con l’Italia creammo un gruppo forte e unito e con alti livelli tecnici e trasformammo il casino che veniva da fuori in energia positiva».

OGGI – A proposito della Sampdoria di oggi ecco cosa pensa Lippi: «La Sampdoria attuale mi piace, ha punte che possono segnare in ogni momento. Danno la sensazione all’esterno e ai propri compagni che se non si fanno cavolate allora possono segnare e decidere sempre». Ma Lippi tornerà o no ad allenare? A Samp Tv lui risponde così: «In Cina non avevo più voglia di allenare, sono stato sei o sette mesi a casa e ho pensato che non avevo voglia di stare lontano dalla famiglia, la voglia di calcio c’è ancora. Se dovesse arrivare una squadra che mi piace mi metto a vedere cosa si può fare, mai dire mai nel pallone. Se arrivasse una squadra di club che mi piace, anche in Italia, mi metterei a lavorare ancora un paio d’anni».

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