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Lombardo cuore Samp: «Al derby ci sarò. E che goduria segnare sotto la Nord»

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Lombardo ripercorre i suoi derby: «Dopo il tunnel di Brignole iniziava la guerra. Una mezz’ora in campo me la farei ancora»

Uno dei protagonisti più amati della Sampd’oro è stato senza ombra di dubbio Attilio Lombardo. L’ex centrocampista doriano, a Genova fra il 1989 e il 1995 e poi nella stagione 2001/02, ha ricordato le emozioni degli anni passati in Liguria, specialmente quelle relative al Derby della Lanterna: «Oggi le sensazioni sono diverse. Vivo il derby con grande emotività, ma non con le stesse sensazioni del giocatore. Domenica sarò allo stadio dopo tanti anni, da tifoso. Stavolta vado in tribuna – ha raccontato ai taccuini de Il Secolo XIX -, in altri casi sono stato anche nella Sud. Mi incuriosisce l’atmosfera, perché poi al di là del risultato si parla di quello» Indimenticabili soprattutto, nella mente di Popeye, i momenti prima della partita: «Partivamo dall’Astor di Nervi, il viaggio in pullman non era proprio breve. Ero attratto dai balconi delle case, quasi tutti avevano esposto una bandiera blucerchiata o una Rossoblu. Ma una volta passate sotto il tunnel di Brignole, si entrava in “guerra”».

Due fazioni contrapposte si ritrovavano gomito a gomito nel cuore calcistico della città, applausi e insulti si mescolavano in un’atmosfera quasi surreale: «Da una parte entusiasmo incitamenti, dall’altra insulti. La discesina per arrivare agli spogliatoi era poi proprio l’apoteosi. La gioia più grande? Quando ho segnato sotto la Nord, goduria piena. In quella Samp, comunque, i gol non li dovevo fare io… E se andate a vedere gli stessi Vialli e Mancini non ne hanno segnato molti nei derby. Mancini la sentiva in modo particolare, non perché odiasse il Genoa, ma perché sentiva di essere nato con la maglia blucerchiata sulla pelle». I tifosi ancora rimpiangono il numero 7 che sfrecciava sulla fascia: «Mi fermano, mi dicono “Caspita quando c’eri tu… Non abbiamo visto altri come te, perché non giochi 20 minuti”. E come no, mezz’ora la farei ancora… Ma non si può. Ci sono leggi fisiologiche – conclude nostalgico Lombardo – contro le quali nessun allenamento può competere».

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