Longhi su Ranieri: «E’ una medaglia al petto per lui, perché finisce la carriera con la panchina della Nazionale»

Il giornalista Bruno Longhi ha commentato la recente vicenda che ha coinvolto la Nazionale soffermandosi sul profilo dell’ex doriano Ranieri

In ottica Nazionale, stasera vi sarà l’appuntamento con la Moldavia. In seguito alla sconfitta rimediata con la Norvegia l’altra sera, vi è stato un cambio di scenario: Luciano Spalletti è stato sollevato dall’incarico di Ct. Sull’argomento è intervenuto il giornalista Bruno Longhi ospite di Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio. Vi riportiamo di seguito un estratto delle dichiarazioni relative all’ex Sampdoria Claudio Ranieri:

«E’ una medaglia al petto per lui, perché finisce la carriera con la panchina della Nazionale. Ma ci puoi mettere tutto, la conoscenza, il buonsenso, ma non so se abbiamo la qualità per battere Israele. Io sono già rassegnato allo spareggio. Il doppio incarico? Il selezionatore ha un sacco di tempo libero, è un lavoro part-time, quindi potrebbe farlo. Il calcio italiano non può essere risanato da Ranieri, perché il discorso non è solo la Nazionale ma il movimento. Io, avendo vissuto la vicenda Mancini, posso dire che si è redento e non lo lascerei da parte. Era entrato con la testa nel ruolo di Ct, facendola giocare anche bene. Poi qualcosa era cambiato. Io se fossi in Ranieri direi di no. Tu entri in un mondo particolare, quello della FIGC, dove non puoi programmare niente. Sei troppo legato al risultato di persone che non alleni come vuoi tu».