2014

Mattia Lombardo: «L’eredità di papà? Uno stimolo per fare bene»

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Così uguali, così diversi. Attilio Lombardo prima di far sognare i tifosi della Sud, aveva lasciato il segno in Lombardia negli anni ’80. La Cremonese e i suoi tifosi, dal 1985 al 1989 hanno potuto ammirare le sgroppate sulla fascia di quel ragazzo destinato poi ad altri lidi. Oggi, un altro Lombardo ha la casacca rossogrigia. Si chiama Mattia, il figlio di Popeye, ex capitano della Primavera della Sampdoria, oggi a farsi le ossa nella piazza dove crebbe il padre.

«Quando la Cremonese mi ha chiamato non ci ho pensato, ero solo contento per l’opportunità di arrivare in una piazza così importante. L’unico peso che potrei portare è quello dei grandi ricordi che mio papà ha lasciato qui, ma lo vedo più come uno stimolo e, perché no, un segno del destino», racconta Mattia a La Gazzetta dello Sport. «Papà mi raccontava con affetto della città, piccola ma molto bella, e aveva ragione. Il giorno in cui mi ha accompagnato qui ha tirato fuori tanti ricordi: non c’era il centro sportivo che abbiamo adesso, si allenavano in un campetto dietro lo stadio e il riscaldamento prepartita lo facevano sul cemento fuori dagli spogliatoi».

In chiusura, una battuta anche sulle caratteristiche tecniche: un’ala vecchio stampo il padre, un mediano con buona visione di gioco dall’altra. Tuttavia, qualche cosa Attilio al figlio l’ha trasmessa… «Come caratteristiche tecniche e tattiche siamo troppo diversi, mio papà (e mamma) mi hanno trasmesso qualcosa di molto importante per un calciatore e per un uomo: mi ha insegnato come bisogna comportarsi dentro e fuori dal campo».

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