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Michieli: «A Ferrero non importa della Sampdoria. Su Garrone…»

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Maurizio Michieli ha analizzato l’attuale situazione della Sampdoria, soffermandosi sulle posizioni di Massimo Ferrero ed Edoardo Garrone

Maurizio Michieli ha analizzato l’attuale situazione della Sampdoria, soffermandosi sulle posizioni di Massimo Ferrero ed Edoardo Garrone. Ecco quanto scritto dal giornalista sportivo sulle pagine di Telenord.

FERRERO – «”Muoia Sansone con tutti i filistei” è un modo di dire di origine biblica: la frase viene pronunciata per riferirsi a colui che, pur di creare un danno ai propri avversari, non ha alcuna esitazione a danneggiare anche se stesso. La metafora negli ultimi tempi risuona (ufficiosamente) sinistra anche nei meandri dei diversi palazzi dove si decidono le sorti della Sampdoria: da Corte Lambruschini (dove con il Cda opera il curatore della composizione negoziata Eugenio Bissocoli) alla sede milanese di Banca Lazard, da Firenze e Roma (dimora e quartier generale di Massimo Ferrero e del Tribunale fallimentare) sino a Mestre (ufficio di Gianluca Vidal) e di rimbalzo nel paradiso fiscale dell’isola di Jersey, nella Manica, dove la Sampdoria si trova incapsulata e prigioniera nel Trust Rosan. Più passa il tempo, più cresce la sensazione che all’azionista di maggioranza del club blucerchiato poco importi della “fine” sportiva e non solo che potrà fare la Sampdoria in assenza di un cambio di proprietà, per il quale Ferrero pretende che vengano soddisfatte le sue richieste: i 35 milioni circa per i concordati di Farvem ed Eleven, oltre a “qualcosa” per se stesso (gli stipendi che considera arretrati e non pagati), al punto da “minacciare”, in caso di fallimento della Samp, una denuncia per bancarotta preferenziale agli attuali azionisti».

GARRONE – «E proprio da questa ottusa ed irresponsabile operazione del giugno 2014 trae robuste argomentazioni chi sostiene che a compiere l’operazione di salvataggio “fuori mercato” dovrebbe essere Edoardo Garrone per via del… “peccato originale”. Su un piano “morale” il ragionamento può anche reggere: nessuno disconoscerà mai l’assurdità di quel trasferimento di proprietà, con la storia dei “filtri” e la garanzia che Ferrero “avrebbe fatto meglio della nostra famiglia”. Tant’è che lo stesso Garrone, prima con Vialli e gli americani ed oggi con Barnaba, ha cercato e sta cercando di rimediare a quel gravissimo errore, peraltro ammesso pubblicamente. Ma da qui ad ipotizzare che, ovviamente all’interno di un perimetro di legalità, Garrone possa risolvere la situazione è assai meno scontato, tanti e troppi sono gli intrecci e gli interessi in gioco di questa tortuosa vicenda. Nella quale, non dimentichiamolo, sono coinvolti anche il Tribunale fallimentare di Roma (la Sampdoria è a garanzia dei concordati), un negoziatore della crisi (il qualificato e serio avvocato Bissicoli), gli organi federali (colpevolmente ciechi negli anni scorsi), un Trust nella Manica, un mare di creditori agguerriti (Hoist in particolare), alcune banche (Macquarie e Sistema in primis) e il tentativo, tuttora in corso, di Ferrero di ottenere un poc, cioé prestito obbligazionario convertibile in azioni (date in pegno)».

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