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2014

Momenti Blucerchiati – sVentura

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Atalanta – ­ Sampdoria non mi fa venire in mente dei bei ricordi. Per prima cosa, mi viene in mente la retrocessione del 1999. E quella squadra non era affatto da buttare, se pensiamo ai singoli giocatori. Gente come Laigle, Sakic, Doriva, Pesaresi, Ferron e lo stesso Ortega potevano benissimo salvarci, anzi. Si andò giù per la mancanza di Montella per buona parte della stagione e perché un certo arbitro decise che dovevamo andarci. Acqua passata.

L’anno dopo Enrico Mantovani presentò comunque una Samp in grado di risalire subito. Molti elementi erano rimasti. Arrivò Francesco Flachi, uno dei nostri idoli. C’era Palmieri, Vergassola, Sgrò, Ficini, Sereni e Dionigi. Per risalire, guidati dal “sampdoriano” Ventura, ce n’era abbastanza. Quella sera, le 19.00 del 12 marzo 2000, ci giocammo la promozione. Era ad un passo, l’Atalanta era forte, ma noi entrammo in campo ben determinati. E infatti Vergassola segnò subito, anche se replicato in breve da Caccia.

Ma la Samp aveva una marcia in più. Segnarono ancora Doriva e Dionigi e sembrò fatta. Poi successe qualcosa. Non solo per quella partita, ma per tutto il resto del campionato. Sul 3-­1 per noi iniziò la nostra crisi. In cinque minuti, dall’87 al ’93 l’Atalanta pareggiò. Pinardi e Rossini. E su quest’ultimo gol ci ricordiamo il famoso episodio di Flachi che non temporeggiò e perse palla, un po’ alla Petagna in Sampdoria – ­ Lazio di quest’anno. Una Samp che poi accusò il colpo, perse il successivo derby e si riprese, tardi, solo nelle ultime giornate, quando ormai la frittata era fatta. Finimmo al quinto posto, Ciao ciao Ventura. Ci attendevano un altro paio di anni bui.

Ripeto, acqua passata.

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