Pagani (Fatto Quotidiano): «Ferrero imprenditore vero e intelligente. Problemi giudiziari? Non allarmatevi» - Samp News 24
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2014

Pagani (Fatto Quotidiano): «Ferrero imprenditore vero e intelligente. Problemi giudiziari? Non allarmatevi»

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«Ferrero è simpatico, scatenato, totalmente irrituale per qualsiasi squadra ma non è uno sciocco». Lo abbiamo imparato a conoscere in questi primi giorni di presidenza: Ferrero non è un intellettuale da Accademia della Crusca, nè tanto meno un imprenditore all’antica – un po’ come piacciono qui a Genova – attaccato al formalismo, alla tradizione, ai modi garbati. Il suo modo di “tenere il palcoscenico”, che ha impressionato alcuni e spaventato altri, rompe con lo “stile Sampdoria” – quel modo di essere in cui si riconoscono i tifosi blucerchiati che li fa sentire “diversi” rispetto ai colleghi delle altre squadre – e accomuna altri pezzi grossi del mondo del cinema. «Edoardo Garrone ha scelto la persona meno simile a se stessa che potesse scegliere però è un signore sveglio, molto rapido di testa, portato all’iperbole, all’esagerazione, al grottesco, alla sparata, a volte brusco dai modi decisi a tratti brutali. Non è un prestanome: non ce lo vedo a prendere ordini da qualcuno, per quello che lo conosco è uno abituato a decidere in prima persona, a fare come vuole». Questo il Massimo Ferrero descritto da Malcom Pagani, giornalista del Fatto Quotidiano di cinema, calcio e cultura che conosce bene la storia del neo presidente della Sampdoria e che ha voluto raccontare – attraverso SampNews24.com – qualche particolare in più. 

«Dal punto di vista dello spettacolo, Ferrero farà ridere mezza Italia, una cosa che nessuno ha mai visto nel pallone italiano. Forse solo Franco Jurlano, presidente del Lecce negli anni ottanta, e Paolo De Luca, che portò per la prima volta il Siena in Serie A, erano come lui. E’un personaggio anomalo anche a Roma (negli ambienti cinematografici romani lo conoscono tutti) ma è un imprenditore vero. Non confonderei il folklore con la realtà del campo. Magari si rivela una sorpresa». 

Ferrero, però, dovrà lasciare in un angolo i suoi toni istrionici e conquistare gli scettici, i garroniani di ferro, con i fatti, mantenendo le tante promesse già snocciolate alla tifoseria (rilancio della squadra, costruzione dello stadio, trasformare Bogliasco in una academy del calcio, espandere SampTv a livello nazionale, ecc): «Capisco la perplessità, è lo sbigottimento davanti al popolano che si fa re – puntualizza Pagani – Mi rendo perfettamente conto che venendo dalle gestioni Mantovani-Garrone questo passaggio di proprietà per il tifoso sampdoriano è un turbamento infinito ma non parlerei di tragedia prima ancora di averla vista. Tutto questo, naturalmente, alla prova dei fatti. Non credo che Garrone si sia fidato di un totale sprovveduto così come non credo che sia il corretto italiano e la corretta dizione della parola Sampdoria a dare la cifra di quello che saranno i risultati. Quello che conta sarà andare in Europa, battere il Genoa nei derby…». 

Il primo punto fermo della sua presidenza è Mihajlovic“il suo mito” come aveva detto lo stesso Ferrero in conferenza stampa nel giorno del suo battesimo blucerchiato, che proprio ieri sera ha confermato la sua presenza sulla panchina della Sampdoria per la prossima stagione. «Mihajlovic caratterialmente lo ricorda molto: metafore alate, cuore oltre l’ostacolo, intelligenza e al tempo stesso spregiudicatezza. Tra i due potrà nascere un grande amore, così come potranno litigare ogni due secondi. Dal punto di vista antropologico i due parlano la stessa lingua». 

Se ci fossero imprenditori genovesi disposti ad aiutarlo a realizzare lo stadio di proprietà, missione fallita dalla famiglia Garrone? «Non credo lui sarà “municipalista” in questo. Non penso dirà “so de Roma e ve insegno a vivere”, anche perchè Genova non ha niente da farsi insegnare». Le vicende giudiziarie derivanti dal fallimento della Livingston devono preoccupare? «Le ha chiuse. A me disse “io non sono un analista finanziario, non mi sono laureato in economia, non so nulla dei conti della Livingston. Mi hanno ‘solato’ (truffato dal dialetto romano, ndr) e mi sono trovato con compagni di squadra cornuti”». 

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