2014

Palermo – Sampdoria, le pagelle: disastro Regini, Gastaldello e Okaka tengono a galla la Samp

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Viviano 6: Al di là del gol subito nei primi minuti non è mai impegnato eccessivamente. Trema su una conclusione di Barrreto nella prima frazione, ma difende bene lo specchio accompagnando la palla fuori al lato del palo. Nel secondo tempo è spettatore non pagante.

De Silvestri 6: Nonostante qualche sbavatura, fa il suo lavoro in difesa. Nel secondo tempo cresce e ha l’evoluzione necessaria che l’intera squadra dovrebbe avere: raddoppia Dybala in più occasioni sopperendo alle mancanze di Silvestre.

Gastaldello 6,5: Si lascia scavalcare da Dybala in occasione dell’1 a 0 del Palermo, ma poi riparte dimostrandosi come il più lucido dei suoi in difesa. Entra sempre col tempo giusto, anche in acrobazia, e riesce a evitare il tracollo difensivo. Nel finale trova il pareggio e la seconda rete di partita, con la prima annullata, salvando la Sampdoria dalla prima sconfitta stagionale.

Regini 4: Se la partita col Como poteva essere un evento straordinario, la partita di oggi rischia di essere un’infausta conferma su una condizione non ottimale. Non solo si lascia superare in velocità su Dybala sul primo gol, ma poi riesce a farsi espellere con una doppia ammonizione assolutamente inutile ed evitabile. Il fallo di mano è ingenuo così come quello in Coppa Italia, che gli era costata anche la squalifica per il turno successivo. Volontario o meno, c’è, ed è assolutamente inutile, oltre che dannoso.

Cacciatore 5,5: Dalla sua fascia partono troppo spesso le offensive del Palermo, soprattutto nel secondo tempo, con Pisano che ha troppa libertà di salire e affondare. Non vi sono, però, sbavature degne di nota, ma troppa disattenzione offerta con continuità. In fase offensiva si vede soltanto nelle prime battute, con un cross mal calibrato.

Obiang 5,5: Nel primo tempo riesce a sbagliare tutti gli appoggi possibili, calciando sempre con troppa forza verso i propri compagni di squadra. Contiene col fisico in fase di rottura, indovinando una delle due fasi, ma a centrocampo servono anche piedi buoni per costruire la manovra e far ripartire la squadra. (dal 19′ st. Krsticic 6: entra per dare profondità alla manovra offensiva, cosa mancata con Obiang, ma si ritrova ben presto a fare il mediano con l’ingresso di Bergessio. Prova comunque l’inserimento, senza eccessiva fortuna).

Palombo 5,5: In altre condizioni avrebbe sicuramente realizzato di più, ma dalla cabina di regia non riesce a concretizzare nulla contro un Palermo che dopo la rete decide di chiudersi a catenaccio e difendere tutti gli spazi possibili. Non ha la fantasia dalla sua e agisce solo in fase di rottura. (dal 30′ st. Bergessio s.v.)

Soriano 6: Gioca a memoria, prova ad accendersi a sprazzi e fino a che la Sampdoria gioca in parità numerica fa la doppia fase in maniera precisa. Si lascia reinventare da Mihajlovic per ben tre volte, dapprima come mezz’ala, poi come interno di centrocampo, per poi finire da mediano insieme con Krsticic. Fa di tutto, come può, cercando sempre una soluzione che gli altri non vedono.

Sansone 5,5: Ha poco meno di un tempo per realizzare qualcosa, ma non riesce a districarsi nella difesa del Palermo, soprattutto perché non supportato col gioco rasoterra. Esce per necessità tattiche per fare spazio a un difensore. (dal 44′ pt Silvestre 5,5: si lascia superare dal solito Dybala in due occasioni, costringendo De Silvestri agli straordinari per entrambe le volte. Entra a freddo nella Sampdoria, ma dovrà fare di più).

Okaka 6: Tanto lavoro per la squadra, con tanto lavoro di fisico. Nel finale ha la palla per il KO del Palermo dopo un’azione fisicamente incredibile, che gli permette di sfondare la difensiva dei rosanero, ma chiude troppo il tiro e non trova lo specchio della porta. Una partita di grande sacrificio più spalle alla porta che di profondità.

Eder 6: C’è solo lui nel primo tempo per la Sampdoria: corre, costruisce, prova a finalizzare. Nel secondo tempo viene contenuto, così come il compagno di reparto Okaka, da Andelkovic e Terzi, che hanno vita più facile agendo in superiorità numerica. Su punizione non è pungente, poi la stanchezza ha la meglio sul brasiliano.

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