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Palombo, campionato da desaparecido: quale futuro per la prossima stagione?

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Scarsissimo minutaggio, poca considerazione da parte degli allenatori e un progressivo passaggio dal ruolo di faro del centrocampo a quello di uomo-spogliatoio. Palombo-Sampdoria, un matrimonio da rinnovare anche per il prossimo anno o meglio una separazione indolore?

La storia d’amore fra Angelo Palombo e la Sampdoria, iniziata nel lontano 2002 quando Beppe Marotta portò a Genova il ragazzo dopo il fallimento della Fiorentina, dura ormai da quasi 15 anni. La breve parentesi all’Inter – da gennaio a giugno del 2012 – non ha certamente segnato la fine dell’affetto reciproco fra giocatore e tifosi, anche se, specialmente negli ultimi anni, la tifoseria blucerchiata si è spesso divisa relativamente ai giudizi sul numero 17. I più romantici non dimenticano le grandi cavalcate blucerchiate – verso la Serie A, la Coppa Uefa e poi l’Europa League, la Champions League – di cui il capitano è stato grande protagonista, così come non scordano lo lacrime dopo quel Sampdoria-Palermo che sancì la retrocessione della squadra di Cavasin. I detrattori invece rimarcano spesso il calo di qualità nelle prestazioni del classe ’81, il quale, specialmente nelle ultime due stagioni, ha visto sempre più spesso il campo dalla prospettiva ribassata della panchina.

FUORI DALLE SCELTE DEI MISTER – I numeri relativi alle presenze in campo del centrocampista sono in effetti piuttosto impietosi: la scorsa stagione Palombo ha raccolto 8 gettoni, 7 in campionato e uno – prestazione disastrosa da difensore centrale – in Europa League contro il Vojvodina. Quest’anno le cose sono andate ancora peggio: a tre giornate dalla fine del campionato sono solamente 4 le presenze totali, 3 in campionato e una in Coppa Italia, tutte – eccetto i pochi minuti nel Derby d’andata – da difensore centrale e non senza svarioni, come in occasione del rigore concesso all’Empoli durante il match casalingo giocato contro i toscani a gennaio. Se dunque un tempo Palombo costituiva il faro del centrocampo blucerchiato – e non serve andare molto lontano con la memoria: con Mihajlovic in panchina le presenze totali erano state ben 37 nella stagione 2014/15 – allo stato attuale delle cose il capitano della Samp non è neppure più considerato nelle rotazioni che coinvolgono titolari e panchinari.

QUALE FUTURO? – Inevitabile allora porsi qualche punto interrogativo riguardo il futuro del numero 17 blucerchiato: il contratto in essere che lo lega alla società di Corte Lambruschini scadrà a giugno 2017, ma vi è la possibilità di prolungamento dell’accordo per un altro anno. In questo caso, Palombo avrebbe di fronte a sè ancora un anno a Genova da giocatore, prima di assumere – molto probabilmente – un ruolo da dirigente in società. Va detto però che per firmare il prolungamento del contratto fino all’anno prossimo deve esserci una volontà reciproca: se quella di Palombo è facilmente indovinabile, si dovrà vedere quali saranno le intenzioni dello stato maggiore blucerchiato, che ha dimostrato, in questi anni, di voler svecchiare la rosa mantenendo però accanto ai giovani alcuni senatori che possano far loro da chioccia. Ed in effetti sembra proprio che il compito del capitano della Samp si sia ridotto a questo: il suo ruolo nello spogliatoio, come uomo d’esperienza e di carisma, è diventato molto più importante del suo contributo sul campo. E potrebbe essere proprio questa, considerando la frustrazione derivante da un minutaggio così scarso, la motivazione che potrebbe spingere il giocatore laziale a dire basta con il calcio giocato: dovrà essere brava la Samp, in questo caso, a proporre a Palombo una soluzione che lo leghi ancora ai colori blucerchiati, perché possa continuare trasmettere, magari sotto altre vesti, passione e senso di appartenenza alla maglia dai colori più belli del mondo.

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