Gli Ex
Pasquale Foggia sul caos in Serie B: «Così il calcio italiano perde di credibilità, chi ne paga sono i tifosi e le società. Sulle due squadre dico che…»

Pasquale Foggia, doppio ex di Sampdoria e Salernitana, ha commentato il recente caos di Serie B: le sue dichiarazioni
Pasquale Foggia, ex calciatore che in carriera ha vestito le maglie di Sampdoria e Salernitana, si è soffermato sull’attuale situazione in Serie B, dove i play-out validi per la salvezza si disputeranno il 15 e il 20 giugno tra blucerchiati e granata, salvo novità dal fronte della giustizia sportiva.
Foggia ha militato nella Sampdoria nella stagione 2011/12, culminata con la promozione della squadra in Serie A attraverso i play-off. In quell’anno, il centrocampista collezionò 34 presenze stagionali, condite da 4 reti, che aiutarono la squadra a ottenere la promozione in massima serie.
Alla Salernitana giocò invece l’ultima stagione della sua carriera, quella 2013/14, dove raccolse 22 presenze e mise a segno una rete. Oggi, invece, Foggia è il direttore sportivo del Pescara, fresco di promozione in cadetteria, con cui lavora dall’estate 2024 dopo alcune esperienze tra Racing Roma e Benevento, in cui ricopriva il ruolo di responsabile del settore giovanile. Di seguito le sue parole sulla situazione attuale legata ai play-out riportate a TuttoSalernitana, in onda su SeiTv:
«Quando si dice che il calcio italiano è indietro, tanto di strutture quanto dirigenti. In questo modo stiamo perdendo di credibilità. Far uscire tutto quello che è uscito giorno prima dell’andata play-out, con gli organi designati che ci hanno messo sei mesi per decidere cosa fare. E chi ne paga? Sono i tifosi e le società che investono milioni di euro. È qualcosa di sbagliato, in questo modo si penalizza tutto il sistema calcio italiano, nonostante ci siano tante persone a lavorare spinte solo dalla passione. In passato abbiamo insegnato agli altri, è un vero peccato assistere a queste situazioni. Sampdoria e Salernitana? Parliamo due grandi piazze, che si giocano qualcosa che non doveva esistere».
