Pazzini: «Immobile potrebbe emularmi. Mancini ha idee precise»
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Pazzini: «Immobile potrebbe emularmi. L’Italia ha idee precise»

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Giampaolo Pazzini ha parlato dell’emozioni di segnare una tripletta a Wembley, stadio dove l’Italia giocherà sabato contro l’Austria

Giampaolo Pazzini, ex attaccante della Sampdoria, in una intervista a La Gazzetta dello Sport ha parlato di quando, il 24 marzo 2007 durante Inghilterra-Italia Under 21, segnò una tripletta nella partita inaugurale del nuovo Wembley; stadio in cui gli Azzurri giocheranno sabato sera l’ottavo di finale contro l’Austria.

PALLONE E STANDING OVATION – «A casa, a Forte dei Marmi: in una teca, assieme alle scarpe. Me li aveva chiesti il museo di Wembley, risposi no per gelosia delle mie cose. Forse oggi direi sì. Non mi è più successo e non me l’ero neanche goduta davvero: troppo giovane, mi sono reso conto bene solo rivedendo le immagini in tv. Un gol come il mio? Beh, Immobile un gol così potrebbe farlo». 

ITALIA DIESEL – «Vero, impiega un po’ di tempo per prendersi il campo: le serve osservare, capire l’avversaria e dove farle male e quando, attraverso il gioco. E quasi sempre sceglie il momento giusto». 

FILOSOFIA AZZURRA – «Per la filosofia offensiva della squadra: cerca il gol attraverso il gioco. E per i compagni intorno, centrocampisti tecnici che sanno sempre come metterti la palla e esterni che giocano a piede invertito: rientrando, cercano sempre anche il movimento dell’attaccante. Cosa mi impressiona? Direi in questi anni: idee di gioco molto precise e la sicurezza nel metterle in pratica. E’ un lavoro che parte da lontano, fatto con un gruppo che Mancini si è scelto, convocazione dopo convocazione. E in queste competizioni brevi il gruppo, il singolo che non va mai sopra il collettivo, fa la differenza». 

MANCINI – «Ha sempre cercato l’obiettivo massimo: vuole quel calcio, vuole vincere e certe cose la squadra le sente. Le trenta partite di imbattibilità non sono un caso: anche dopo le vittorie ha sempre alzato l’asticella e parlato di migliorare». 

CHIELLINI – «Giorgio è un animale, e non si offenderà. Ha ancora una voglia, una cattiveria e una forza mentale che fanno la differenza e sono contagiose. E’ l’anima di questa squadra». 

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