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Quagliarella, imprescindibile leader silenzioso di questa Sampdoria

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Doppia cifra in campionato, leader in campo e nello spogliatoio, uomo d’esperienza al servizio dei più giovani: ecco i segreti che fanno di Fabio Quagliarella un giocatore imprescindibile in questa Sampdoria

Non tutti i tifosi blucerchiati, nel gennaio dello scorso anno, si dicevano soddisfatti dell’arrivo – o meglio, del ritorno – a Genova di Fabio Quagliarella. La società, infatti, ceduto Eder all’Inter, aveva deciso di puntare su un cavallo di ritorno, un usato sicuro che, visti anche i malumori della piazza dopo la cessione dell’amatissimo italo-brasiliano, suonava un po’ come una captatio benevolentiae nei confronti della tifoseria. Quagliarella, d’altronde, era uno di quei giocatori che, nonostante l’addio repentino dopo una sola stagione a Genova, era rimasto nel cuore del tifoso sampdoriano, abituatosi nell’anno di militanza del centravanti napoletano in maglia blucerchiata a magie e reti spettacolari che difficilmente si sono poi riviste dalle parti del Ferraris. Il classe ’83 aveva accettato di buon grado di tornare in Liguria, specialmente dopo le incomprensibili intemperanze dei tifosi granata nei suoi confronti, ma la seconda parte della sua stagione non è stata certamente brillante, fedele specchio del campionato dell’intera squadra: 16 presenze e 3 reti, concludendo l’annata con una risicata salvezza. Molti erano dunque i dubbi, da parte di diversi tifosi, relativamente alla riconferma del centravanti, che sembrava aver perso lo smalto e le capacità acrobatiche di un tempo.

RINASCITA – Dubbi, questi, che non ha mai avuto però Marco Giampaolo: da quando il mister di Bellinzona si è seduto sulla panchina della Sampdoria, Quagliarella è tornato prepotentemente al centro del progetto blucerchiato. A confermarlo sono i numeri di una stagione che va ormai calando il sipario, certamente più positiva di quella passata sia a livello generale che a livello individuale: l’ex Torino risulta essere, in questo momento, il quarto giocatore maggiormente utilizzato in stagione – 2885′ minuti totali – dietro a Silvestre – 3211′ -, Torreira – 2967′ – e Regini – 2947′ – il quale, essendo squalificato per la partita di Udine, potrebbe essere sorpassato da Quagliarella se la botta al costato rimediata domenica non dovesse rivelarsi troppo seria. Le cose sono andate decisamente meglio anche per quanto riguarda il feeling con il gol: ad ora sono infatti ben 11 le reti del numero 27 in campionato, una conferma ulteriore del fatto che, a prescindere dal tempo che passa, la qualità non si perde, tanto che Quagliarella si conferma, ancora una volta, bomber da doppia cifra in campionato.

CAMBIAMENTI – Ciò che di più strabiliante c’è da notare, però, è che l’attaccante di Castellammare di Stabia risulta ancora decisivo pur avendo cambiato modo di giocare: se fino a qualche stagione fa, infatti, il suo compito principale era quello del terminale offensivo, adesso Quagliarella, grazie anche al lavoro e alla fiducia di mister Giampaolo, rappresenta un punto di riferimento per la squadra in ogni zona del campo. Il 34enne attaccante ha cioè considerevolmente allargato la propria zona di competenza, arrivando a svolgere quel lavoro “sporco” che tanto aiuta i compagni, soprattutto quelli che – come Muriel e Schick -, giocando accanto a lui, possono beneficiare della sua presenza e della sua esperienza in campo. Non è un caso che domenica contro il Chievo, dopo l’uscita del numero 27, la Sampdoria abbia terribilmente faticato a tenere il pallone davanti, lasciando più spazio alle incursioni clivensi. L’importanza di Quagliarella, paradossalmente, sembra effettivamente notarsi più quando il suo lavoro viene a mancare: solo allora ci si rende conto di quanto risultino importanti le “sportellate” e i duelli che l’attaccante ingaggia contro i difensori avversari al fine di far salire la squadra e di servire i propri compagni di reparto. E’ soprattutto in questi momenti che viene in luce quanto il lavoro silenzioso, poco appariscente e quasi invisibile di Quagliarella sia in realtà fondamentale per la squadra. Il lavoro di un vero leader, in campo e nello spogliatoio, che anche l’anno prossimo potrà guidare la Sampdoria verso traguardi, questo è l’auspicio, sempre più ambiziosi.

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