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Quagliarella: «Samp, non soffrirai come l’anno scorso»

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Fabio Quagliarella si racconta nello studio di Tiki Taka, tra Sampdoria, Napoli e il suo futuro una volta appesi gli scarpini al chiodo

Il suo gol contro l’Inter è costato la panchina a De Boer. Fabio Quagliarella è senza dubbio l’uomo copertina della settimana in casa Sampdoria e ieri sera è stato il grande protagonista della puntata di Tiki Taka. Subito a parlare della gara contro l’Inter: «Ci aspettavamo di trovare una squadra in difficoltà, anche se nelle individualità sono una grande squadra. Noi abbiamo preparato la partita cercando di portare palla agli attaccanti appena recuperata, sapevamo di poterli mettere in difficoltà in questo modo e infatti ci sono stati due o tre azioni clamorose». Sul grande ex della partita, Mauro Icardi, che ha festeggiato non proprio nel migliore dei modi la nascita della secondogenita: «Per lui si trattava di una partita particolare contro la Sampdoria a Genova, io lo considero un grande giocatore, ha avuto alcune occasioni per far gol però per fortuna nostra è andata bene».

AL CUOR NON SI COMANDA – Napoli nel cuore, Maradona un punto di riferimento, un semidio in terra. La macchina del tempo fa un ben passo indietro, tornando a quando Quagliarella era approdato alla corte di Mazzarri a Napoli. «Maradona per noi napoletani è un Dio, è tutto, Maradona è Napoli, come si può giudicare? È un fenomeno, per me lui è il calcio. Quando firmai per il Napoli, il mio procuratore Bozzo mi disse che lì avrei finito la carriera. Quale sogno più bello per me, napoletano, giocare a Napoli e poter chiudere la carriera li? Poi però è andata come è andata, è stato detto di tutto, cose assolutamente non vere. Fa male tornare e sentire i fischi, mi sono sempre reputato un ottimo professionista, poi come calciatore ognuno ha i suoi giudizi. Nel mio cuore non c’è solo il Napoli ma anche la Juve Stabia».

NON SOLO GOLEADOR – Da un attaccante ci si aspettano sempre gol a grappoli e proprio per questo il numero 27 della Sampdoria è finito sotto la lente per la sua “scarsa” vena realizzativa. Spesso però ci si dimentica che i compiti di una punta non siano solo quelli di fare gol e fornire assist: «Dicono che un attaccante deve segnare, ma io gli farei vedere i dati a fine partita, quando corri undici o dodici chilometri come un centrocampista. Nessuno vede l’assist o quando ti procuri un rigore, del resto il Signore ha dato la parola a tutti ed è giusto che parlino tutti…Il gol è il coronamento di un lavoro settimanale che ti dà la gioia per riprendere la settimana successiva. È bello rivedere certi gol: ormai quando faccio un gol normale sembra quasi banale, la gente mi chiede ma come mai non tiri più da centrocampo. Fa parte dell’istinto, quando capita la palla giusta calcio all’improvviso».

GLI OBIETTIVI – In chiusura Fabio Quagliarella ha svelato quelli che sono gli obiettivi della Sampdoria ma non solo, anche quelli suoi una volta in cui avrà appeso gli scarpini al chiodo. «L’obbiettivo della Sampdoria è quello di non soffrire più come l’anno scorso fino alle ultime due giornate. Fare un campionato tranquillo, giocare un bel calcio, come stiamo facendo, e possibilmente fare divertire i tifosi». Mentre per quanto riguarda il futuro dell’attaccante, facendo riferimento a Conte, Mazzarri e Ventura, grandi allenatori che lo hanno guidato in carriera, Quaglia ha svelato: «Ho avuto la fortuna di avere allenatori molto bravi che preparavano le partite in modo molto dettagliato quindi potrei pensare a fine carriera di fare l’allenatore». Ve lo immaginate mister Quagliarella?

 

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