Quagliarella: «Non dimenticherò mai la mia ultima gara con la Samp, mi piacerebbe tornare nel calcio. E su Ferrero...» - Samp News 24
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Quagliarella: «Non dimenticherò mai la mia ultima gara con la Samp, mi piacerebbe tornare nel calcio. E su Ferrero…»

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Fabio Quagliarella, storico attaccante della Sampdoria, ha parlato del suo periodo vissuto in blucerchiato: le dichiarazioni

Parlando ai taccuini del Corriere della Sera Fabio Quagliarella, ex attaccante della Sampdoria, ha ricordato l’ultimo periodo vissuto in blucerchiato, parlando anche della sua vita personale. Di seguito le dichiarazioni:

UN UOMO TRISTE – «Tristezza significa non bere, non fumare, mangiar sano? Allora lo sono, è vero! Non ho messo un etto da quando ho smesso. Non ho vizi, sono riservato e parlo poco. Sì, sono anche un po’ diffidente. Lo sono diventato. E, allora, Debora mi dice che vivo poco le emozioni. Non mi piace essere al centro dell’attenzione, ogni volta che sono costretto a pubblicare una foto sui social poi mi dico: ma perché? Alla gente cosa importa cosa faccio o dico. Ho sempre parlato con i gol, il resto è stato meno importante. Debora scherza ma sono anni che mi sopporta e devo dire anche supporta. Grazie a lei ho recuperato un po’ di leggerezza. Lo dico così è felice».

IL PADRE – «Un punto di riferimento assoluto, non è un modo di dire. Mi manca moltissimo adesso che non c’è più, è morto quasi un anno fa. Rapporto viscerale, di confronto continuo, consigli. Lui senza essere severo ha sempre avuto le chiavi della mia persona. L’unico di cui mi sia fidato veramente».

8 ANNI VITTIMA DI UNO STALKER – «Traumatizzante. Doloroso. Forte. Ci sono pacchi di lettere a casa dei miei genitori a ricordarmi cosa ho passato, l’incubo che vivevo. Era un amico che frequentava casa, a ripensarci ogni volta sto male. Uno che di mestiere faceva il poliziotto postale, capisce?»


QUANDO HA CAPITO DI AVERCELA FATTA – «In realtà, non c’è un momento. Forse quando ho debuttato in serie A col Toro, ma non mi sono mai sentito arrivato. Anche negli ultimi giorni alla Samp mi allenavo con la stessa intensità di uno di 20 anni. Il calcio è cambiato: i ragazzi di oggi fanno mezza stagione buona e subito pensano di essere da Nazionale».


IL TALENTO – «Ma dov’è il talento? Se ci fosse, la nostra Nazionale non si troverebbe in una situazione così complicata. Manca perché non lo si coltiva, si sentono tutti top player. Se penso alle prime volte in Azzurro mi vengono i brividi. So che Gattuso restituirà attaccamento e lavoro».


L’ULTIMA GARA: CON LA SAMP E LO SCUDETTO DEL NAPOLI «Un film, un romanzo bellissimo. Se avessi immaginato la mia ultima gara non sarei arrivato a renderla così emozionante. Non lo dimenticherò mai più».


L’ADDIO ALLA SAMP – «Mi dissero che non c’era più bisogno di me. Peccato, forse nello spogliatoio qualcosa potevo dire o fare per i giovani. Poi abbiamo visto come sono andate le loro cose…».


FERRERO – «Simpatico, effervescente. Ho avuto un bel rapporto con lui. Bravo a fare plusvalenze. Quando doveva vendere Muriel mi disse: fagli fare tanti gol, devo cederlo. Io: pres, stia sereno con me va in doppia cifra. Andò così».


COSA VORREBBE ADESSO – «Mi piacerebbe tornare nel calcio, magari da direttore sportivo… Mi manca l’adrenalina delle partite».

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