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Quagliarella scherza con Mancini: «Mi vuoi nello staff o come calciatore?»

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Le parole di Quagliarella e Mancini in conferenza stampa dallo stage della nazionale italiana

Fabio Quagliarella è tornato a vestire la maglia dell’Italia. Durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi a Coverciano, dove saranno svolti due giorni di stage, l’attaccante della Sampdoria ha spiegato il suo straordinario momento di forma: «Non c’è nessun segreto, semplicemente ho lavorato bene e con serietà. Il lavoro alla lunga paga. Sono tante componenti, devi allenarti e riposarti bene, dopo i trenta cambiano un po’ le cose. Il riposo è importante, come l’alimentazione. Io mi batto molto nel modo di allenarmi, non puoi fare solo la presenza. A un certo punto mi sono chiesto se il mister mi volesse nello staff o come giocatore… Gli attaccanti giovani segnano poco? I gol arriveranno, l’Italia ha creato molto ultimamente. Questa maglia è pesante, tutti devono restare sereni. La squadra è propositiva, gioca e attacca in avanti: è una nazionale che trascina».

Classe ’83, ma ancora tanta voglia di stupire tutti: «Essere convocato a trentasei anni è un motivo d’orgoglio, vuol dire che il mister guarda tutti. La nazionale per me è l’attestato che stai facendo bene in campionato. Devo navigare a vista per l’età che ho. Quando sei in campo come a Napoli pensi che puoi superare il record. Un sogno eguagliare Batistuta, è merito di tutti. Una settimana bellissima, intensa. Cercavo di isolarmi, non è stato facile. Sono abbastanza schivo sui complimenti, passare davanti ai miei compagni senza la squadra l’ho vissuto con grande serenità. In chi mi rivedo? Ognuno è se stesso. Ci sono tantissimi giovani forti: a me piace tantissimo Chiesa, lo sta dimostrando, e anche Zaniolo».

E sul commissario tecnico degli azzurri: «Mancini è un simbolo della Sampdoria, per me è un piacere essere allenato da lui. Non ho fatto un decimo di quello che ha fatto lui con la Samp. La nazionale si trova in un momento di rinascita, è gagliarda. Un periodo di ricrescita dopo il fallimento di non essere andati ai Mondiali, c’è bisogno dell’aiuto di tutti: giocatori, tifosi, giornalisti. A prescindere dal girone, noi siamo l’Italia. Non dovremmo neanche guardare le altre squadre, ma di facile non c’è niente nel calcio. Dobbiamo tornare a essere quello che siamo sempre stati». Lo stesso Mancini ha sottolineato i motivi che lo hanno convinto a chiamare Quagliarella: «Abbiamo attaccanti bravi, nonostante i pochi gol rispetto alle azioni create nelle ultime partite. Non credo che avremo tanti problemi, prima o poi ci sbloccheremo. Quagliarella si merita la convocazione, al di là dell’età: la stima che ho nei suoi confronti è antica».
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