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Riapertura stadi, Galli: «Meglio aspettare ancora»

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Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, è intervenuto nel dibattito sulla riapertura degli stadi

Il direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli ha invitato alla prudenza in relazione alla riapertura degli stadi. Queste le sue parole ai taccuini de Il fatto quotidiano.

ASPETTARE ANCORA «E’ presto. Sarebbe meglio aspettare due o tre settimane. Anche perché si rischia di dare un segnale sbagliato come quello arrivato a molti con la riapertura estiva delle discoteche».

L’OK DELLE REGIONI «Io il calcio lo seguo, allo stadio vado poco, ma mi piace vedere le partite. Non ho l’atteggiamento di quelli che non hanno nessuna attenzione al problema. Pur seguendolo direi che è giusto programmare, ma aspetterei». 

15 GIORNI«Direi di vedere cosa succede nei prossimi 15 giorni per capire quali saranno le conseguenze della riapertura delle scuole, capire quale sarà a quel punto la situazione epidemiologica complessiva e soltanto poi decidere. Le posizioni degli aperturisti a oltranza e dei cauti al momento non hanno pari dignità».

CALCIO SECONDARIO PER IL PAESE«Possiamo dividere le attività importanti tra quelle di primissima fascia per cui non possiamo rimandare anche se presentano rischi come l’apertura delle scuole e, a scendere, cose che possono essere almeno rimandate come il calcio. Dobbiamo tenere conto del contesto in cui ci troviamo».

CONTAGI IN EUROPA «Infatti, come accade in Francia, che ha riaperto le scuole prima di noi. Ma anche in Gran Bretagna, Spagna e Israele: ci sono varie situazioni che ci dicono che bisogna stare molto attenti».

LE DECISIONI POLITICHE «Anche questa è una decisione che viene attuata su pressione di una serie di interessi assolutamente rispettabili, ma il punto che anche se limiti gli accessi si creano comunque gli assembramenti. E poi c’è un’altra questione. Si ricorda la riapertura estiva delle discoteche? Quella decisione, arrivata a livello regionale, ha voluto dire per molti “liberi tutti” che in questo momento non possiamo permetterci».

CONTAGI IN ITALIA «Bisogna capire se crescerà la pressione sugli ospedali. I segnali che mi giungono da colleghi in tutta Italia dicono che un po’ ovunque si sta aumentando la disponibilità di letti per reparti di malattie infettive e terapie intensive».

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