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Donati si racconta: «Sampdoria sinonimo di bellezza. Futuro? Mai dire mai» – VIDEO

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Massimo Donati, ex centrocampista della Sampdoria, si racconta ai microfoni del club blucerchiato: dall’arrivo a Genova al suo possibile futuro – VIDEO

Massimo Donati, ex centrocampista della Sampdoria, si racconta: dal suo arrivo a Genova al futuro da allenatore. Le sue parole al media ufficiale del club blucerchiato.

SAMPDORIA – «La Sampdoria per me è sinonimo di bello. «Ho vissuto un anno soltanto a Genova ma è stato fantastico. Stadio, città, maglietta e tifoseria bellissimi, c’era tutto per fare e per stare bene e proprio per tutti questi motivi Samp per me vuol dire bei ricordi».

COMPAGNI – «Trovai un gruppo di giocatori forti come Flachi, Bazzani, Doni guidati dal condottiero Novellino. Con Palombo non c’è mai stata rivalità: oltre ad essere stato un grande calciatore, Angelo è un ragazzo straordinario. In quell’annata ci togliemmo tantissime soddisfazioni, personalmente sarei rimasto volentieri ma le cose andarono diversamente».

CENTROCAMPO – «Ci alternavamo io Volpi, Palombo e Pedone. Il capitano era intoccabile, un giocatore dal piede incredibile che guidava la squadra. Io e Palombo ci siamo alternati per tutto l’anno ma non c’è mai stata rivalità, è un ragazzo incredibile e siamo stati compagni anche in nazionale».

TIFOSI – «Giocare in casa era sempre un’emozione. La tifoseria dava una carica veramente grande e lo stadio compatto intorno al campo aiutava molto. Pure da avversario era una cosa bella, palcoscenici del genere sono sempre belli e sono la cosa che, con il Covid, manca di più».

NOVELLINO – «Il mister era un condottiero duro. Da futuro allenatore ho cercato di apprendere ciò che ritenevo giusto, lui ha gestito la squadra nel migliore dei modi per tanti anni». 

CARRIERA – «Ho cambiato tantissime squadre e per me è una cosa positiva. Mi piace conoscere persone, città e culture nuove. L’esperienza al Celtic è stata fantastica, in Scozia si impara un altro tipo di calcio e di vita». 

FUTURO – «Tornare un giorno? Nella vita non si può mai sapere: qui sono stato davvero bene».

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