Sampdoria, dura contestazione dei tifosi al termine della gara: ecco la ricostruzione

Sampdoria, dura contestazione della tifoseria blucerchiata al termine della gara all’indirizzo dei vertici societari: la ricostruzione

È notte fonda in casa Sampdoria. La dolorosa sconfitta casalinga rimediata ieri sera contro il Mantova per 0-1 con la rete di Ruocco nel finale ha suscitato la rabbia della tifoseria blucerchiata al termine del match del Ferraris. Se la contestazione verso la proprietà non è una novità, questa volta il bersaglio si è allargato, includendo anche i giocatori, accusati di scarso impegno e attaccamento alla maglia.

Secondo quanto riportato da Il Secolo XIX, nei minuti di recupero, con il risultato ormai compromesso, i tifosi liguri hanno manifestato tutto il loro disappunto, scandendo cori pesanti come “Fuori i c***i”, “Ci avete rotto il co” e un eloquente “Meritiamo di più”. Un chiaro segnale che l’ambiente è ormai saturo e chiede una reazione immediata da parte di tutta la squadra.

Assedio esterno e ritiro

La tensione non si è placata con il triplice fischio. Circa cento sostenitori si sono radunati all’esterno dello Stadio Marassi, cercando un confronto diretto con la dirigenza e i calciatori. La squadra, tuttavia, è rimasta chiusa negli spogliatoi in attesa che si smorzasse la situazione, su indicazione delle forze dell’ordine, intervenute per gestire la situazione.

Il presidente Matteo Manfredi è stato fatto uscire in anticipo, prima del termine della gara, a testimonianza del clima incandescente. Nel frattempo, le forze dell’ordine hanno presidiato le zone nevralgiche, come corso De Stefanis e il centro sportivo di Bogliasco, dove erano parcheggiate le auto dei tesserati, per prevenire ulteriori incidenti.

Lo striscione contro i vertici del club

La contestazione era cominciato nell’intervallo e si è focalizzata sui vertici societari e dirigenziali. I tifosi hanno esposto un eloquente striscione ai cui lati campeggiavano le immagini di alcune figure chiave: Joseph Tey, Nathan Walker, Matteo Manfredi e Jesper Fredberg.