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Jankto: «Io sono libero. Ma il calcio è un po’ omofobo»

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Jankto, ex centrocampista della Sampdoria, dopo il coming out: «Come ha detto Ranieri: siamo tutti una famiglia»

Jakub Jankto è tornato a parlare dopo il coming out in esclusiva a Le Iene. Le parole dell’ex centrocampista della Sampdoria in onda questa sera su Italia Uno.

COMING OUT«Dopo 27 anni con quella barriera non puoi vivere come vuoi, ora mi sento veramente libero ed è straordinario. Se il mondo del calcio è omofobo? Sicuramente un po’ sì, perché se sono io il primo calciatore è così».

REAZIONI – «Per alcuni è una rivoluzione, per me è una cosa assolutamente normale. Qual è stata la reazione della gente? Mi hanno applaudito nella prima partita dopo il coming out quindi le sensazioni sono top».

ULTRAS«Soprattutto quando giochi fuori casa ti vengono a dire certe parolacce, gli ultras sono così».

FAMIGLIA«Proteggo anche mia moglie, poi per quello che fanno gli altri non posso fare tanto. Mio figlio ora ha 3 anni e mezzo e spero che quando ne avrà 7/8 ci sarà più libertà».

BOOMERANG«Speriamo non sia così, non voglio neanche pensare sia così. Ci ho messo la faccia e lo farò sempre».

DICHIARAZIONI SARRI«Sport per froci? Queste parolacce mi sembrano un po’ eccessive, come ha detto Claudio Ranieri, siamo tutti una famiglia».

TITOLO LIBERO«No, no, no, io ho fatto una grande carriera e ne farò, non voglio considerare queste cose perché è totalmente inutile. Io mi auguro che diventi una cosa normale, un messaggio positivo»

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