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Sampdoria, Praga: «Soldi ai concordati? Fantascienza. Ferrero non ha scelta»

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Adolfo Praga, ex membro del CdA della Sampdoria, ha fatto il punto sul momento del club e sulla posizione di Massimo Ferrero

Adolfo Praga, ex membro del CdA fino al 2020, ha fatto il punto sul momento della Sampdoria ai microfoni di Frequenze Blucerchiate su Radio Music For Peace.

DISSESTO PREVEDIBILE NEL 2019«Diciamo che non era prevedibile. C’è una grandissima volatilità dei giocatori e quindi della società. Se c’è una serie di giocatori che hanno performance positive questo ne influenza il valore. Il 2019 è stato un anno che si è chiuso con una perdita di 12 milioni di euro. In realtà per dei fattori di carattere straordinario. All’inizio del 2019 la Sampdoria acquistò Gabbiadini e aveva un accordo di massima per vendere Caprari al Sassuolo, l’attaccante poi si fece male e saltò. Se Caprari fosse stato ceduto, avrebbe determinato una plusvalenza sui conti, il risparmio sull’ingaggio e il mancato rateo del prezzo di acquisto di Caprari. Una operazione del genere vale un sacco di soldi. Poi a incidere c’è stato l’episodio della rescissione del contratto di Di Francesco. Era un allenatore su cui si avevano speranze e invece è stato un disastro. Aveva firmato un triennale per una cifra intorno al 1.8 netto all’anno, la risoluzione è stata pesantemente onerosa. È vera una cosa: proprio perché le società di calcio sono soggette a fluttuazioni pesanti, un azionista senza risorse è esposto a rischio ed è quello che è successo alla Sampdoria. Fino a un certo punto le cose sono andate abbastanza bene, ma alla fine del 2019 non c’erano più margini di errore. Lì si sarebbe dovuto indovinare le mosse giuste e poi è intervenuto il Covid che ha impattato sulle compravendite. Va tenuto presente che il Covid è stato un problema per tutti, ma chi è fragile non è in grado di affrontare».

FINANZA ESTERNA «Escludo che sia possibile. La scorsa estate, l’ipotesi Redstone-Cerberus era seria. Tramontata quella, a parte qualche boutade di mediatori sull’impegno di sceicchi, sultani o emiri, pensare di portare soldi alla proprietà per i concordati mi sembra fantascientifica».

COSA PUO’ FARE IL CDA«Il punto in questa vicenda è che la proprietà fino a un certo momento aveva la possibilità di scegliere, poi magari le scelte come tifosi non piacevano, ma ci stava. Oggi se la proprietà fosse ragionevole dovrebbe adoperarsi per trovare una soluzione. Dal mio punto di vista la proprietà sta spostando il discorso non sugli interessi della Sampdoria e dei suoi dipendenti, ma sulla tutela degli interessi personali. Il CdA può anche proporre quello che vuole, ma se l’azionista vota contro non se ne esce. Il problema di questa vicenda è l’azionista, poi bisogna che ci siano soggetti interessati e mi sembra che ce ne siano, ma non certo per far arrivare i soldi ai concordati romani».

CESSIONE«C’è stato un momento in cui si sarebbe potuto fare una scelta e non si è fatta. La proprietà ha pensato di ottenere certi tipi di cifra e non ha ceduto quando poteva farlo, come suo diritto. Adesso quelle condizioni non ci sono più. Questo la proprietà avrebbe dovuto tenerlo presente. Il calcio gira in pochissimo tempo. Quando erano arrivati i fondi americani con Vialli, l’infelice partenza con Di Francesco aveva modificato l’offerta iniziale ma la proprietà avrebbe dovuto pensare a che piega avrebbe potuto prendere la situazione. Si arriva a un punto che non ci sono più scelte».

SCENARI«È entrata in vigore la composizione negoziata che è uno strumento nuovo e il CdA sta facendo tutti i passi formalmente giusti, alla fine di questo percorso il piano che è stato proposto deve essere attuato. Se non viene attuato e la crisi diventa insolvenza bisogna andare verso altre soluzioni e una può essere il concordato liquidatorio semplificato, che bisogna vedere se sia compatibile con le norme federali (e non lo sappiamo dato che è stato introdotto solo nel 2021)».

CDA E FERRERO«Questa differenza di vedute tra il consiglio di amministrazione e il proprietario può anche esporre il CdA a delle ripercussioni. La proprietà dovrebbe rendersi conto che bisogna salvare il salvabile. Si parte parlando del titolo sportivo che interessa ai tifosi, ma non si può dimenticare che ci sono in ballo gli interessi dei lavori che non guadagnano milioni all’anno come i calciatori, che ci sono gli interessi dei creditori che magari sono piccole aziende e fornitori, si mette in crisi anche il Comune di Genova. Ci vorrebbe un atto di responsabilità che non colgo da parte di Ferrero. Vedo una ostilità quasi ricattatoria da parte della proprietà nei confronti del CdA».

SE SALTA IL CDA«Si cerca di tenere in scacco un CdA che si è preso sulle spalle una responsabilità importante. Credo che sia veramente stressante per tutti loro questo periodo di tempo, è una situazione complessa, complicata, nella quale la proprietà sembra sia una antagonista. La proprietà dovrebbe sostituire il CdA se non fosse d’accordo, non lo fa perché è consapevole che il tavolo salterebbe immediatamente. Questo CdA ha una reputazione e una credibilità con professionalità rilevanti. Si utilizza un CdA per mantenere la situazione, ma gli si fa la guerra contro. Sfilare la Sampdoria a Ferrero? Il tema poi si complica con la questione Trust di cui non conosciamo il regolamento di funzione. Francamente la proprietà non si può trasferire perché è imbozzolata nel trust e non se ne esce. Sostanzialmente per i creditori dei concordati Ferrero quanto valgono le azioni della Sampdoria oggi? Zero».

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