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Sampdoria, segnali di crescita: più qualità dalla panchina

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La Sampdoria di questa stagione, rispetto all’anno scorso, parte con una panchina di maggior qualità: un fatto che sarà decisivo lungo l’arco del campionato

Il calciomercato estivo è da qualche giorno terminato, e le 20 squadre di Serie A possono apprestarsi a sfogliare il ventaglio della rosa a propria disposizione per stabilire l’obiettivo minimo della stagione. Per la Sampdoria, che molto ha cambiato ma che sembra anche aver comprato bene – la parola finale spetterà però comunque al campo – il fine di questo campionato, almeno ai nastri di partenza, non può essere troppo differente dal quello dello scorso anno, una salvezza molto tranquilla, qualche soddisfazione colta qua e là – il primo scalpo è già stato preso, a Firenze – e la capacità di poter approfittare degli errori delle squadre più attrezzate per scalare la classifica. Per poter condurre un campionato di questo tipo, naturalmente, oltre alla qualità dei giocatori che andranno in campo, ci vorrà anche molta costanza, una caratteristica tipica di squadre che possono sopperire ad eventuali infortuni e cali di rendimento di determinati giocatori grazie ad una panchina piuttosto lunga.

La Sampdoria, in questa sessione estiva, è riuscita in effetti a portare a Genova non solo i giusti rimpiazzi per i titolari che sono partiti, ma anche valide alternative per la panchina che si potranno alternare agli undici più utilizzati nel corso della stagione. D’altro canto, i tifosi blucerchiati hanno capito lo scorso anno, con Schick, quanto sia importante avere una panchina che fornisca diverse possibilità. Tolto Schick, però, lo scorso campionato, le possibilità di scelta, per Giampaolo, si riducevano a poche soluzioni se si esclude il ceco: Praet o Linetty, Alvarez, Djuricic e poco altro. A centrocampo Cigarini e Palombo hanno giocato praticamente nulla, e lo stesso si può dire per Budimir nella seconda parte di campionato. In questa Sampdoria, invece, sembra che le possibilità per l’allenatore siano ben più varie.

Anzitutto sono arrivati due validi terzini sinistri che potranno alternarsi lungo l’arco della stagione. A centrocampo gli innesti di Verre e Capezzi hanno portato gioventù e qualità, ed in progresso di tempo entrambi si riveleranno utili alla causa doriana. In attacco, poi, le soluzioni di sicuro affidamento, ad inizio stagione sono in questo momento tre e non due come la scorsa stagione: Quagliarella, Caprari e Zapata rappresentano alternative rodate in Italia e le cui qualità ben si conoscono – con la possibilità sempre viva di un’esplosione di Kownacki -, mentre la scorsa stagione i blucerchiati iniziarono la Serie A con una coppia titolare di sicuro affidamento – Muriel e Quagliarella – e due scommesse che non si sapeva se avrebbero retto il confronto con la massima divisione italiana – Schick e Budimir. Le certezze, dunque, anche per quanto riguarda il pacchetto offensivo, sono quest’anno maggiori. Merito di un mercato intelligente, che ha riportato alla base alcuni talenti e che ha puntato sull’estensione della qualità anche per quanto riguarda le seconde linee. Una scelta che, molto probabilmente, pagherà, consentendo a Giampaolo maggiori rotazioni e la possibilità di poter contare su giocatori più freschi e in costante competizione per un posto da titolare.

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