Serie A, Ricciardi: «Possibile stop per due settimane»
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Serie A, Ricciardi: «Possibile stop per due settimane»

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Walter Ricciardi, membro dell’OMS e consigliere del Ministro della Salute, ha parlato del focolaio Covid scoppiato in casa Genoa e delle conseguenze sulla Serie A

Il professor Walter Riccardi, membro dell’OMS e consigliere del Ministro della Salute, ha parlato ai microfoni di Radio Bianconera del boom di contagi che si è registrato ieri in casa Genoa e delle conseguenze sul campionato di Serie A.

FOCOLAIO- «Innanzitutto dobbiamo circoscrivere questo focolaio perché di focolaio si parla, bisogna capire con chi questi giocatori sono entrati in contatto, serve un’attenta inchiesta epidemiologica. Poi dal punto di vista regolamentare è un’incognita, c’è di fatto quasi un’intera squadra che si trova inabilitata, quindi sarà una sfida per le autorità calcistiche anche da questo punto di vista. È una situazione che con l’attuale circolazione del virus non è da escludere che si possa ripetere. Avete visto cosa sta succedendo in Francia, Spagna, Regno Unito dove sono state bloccate le attività che prevedano più di sei persone insieme, per cui è un momento in cui dobbiamo essere lucidi e razionali».

WATERLOO DEI TAMPONI- «Io penso di sì. Bisogna intanto approfondire quali siano stati i contatti tra i giocatori del Genoa e quelli del Napoli. Bisogna escludere che ci siano altri giocatori contagiati che poi possono contagiare altri, è una questione da approfondire. È una situazione inedita così come è inedito tutto quello che siamo vivendo».

PREOCCUPAZIONE- «Io dicevo già in tempi non sospetti che questo sarebbe successo, è un virus molto insidioso che è stato rallentato dal nostro lockdown e dai comportamenti degli italiani che sono stati molto rispettosi delle regole. Poi però per la necessità di riprendere le attività abbiamo abbassato la guardia, fortunatamente non è avvenuta una diffusione al livello degli altri Paesi. Sicuramente bisognava essere più chiari e bisognava limitare la mobilità turistica in Paesi come la Croazia, che avevano abbassato le misure di sicurezza. Incoraggiando il turismo per non far perdere la stagione era chiaro che si sarebbe fatto circolare il virus. A luglio l’età media degli infettati era sui 20-30 anni, quindi erano soprattutto i ragazzi che erano stati in vacanza. Ora è risalita a 40 perché sono stati contagiati i familiari».

RISCHIO STOP- «Con l’attuale circolazione del virus non ci possiamo permettere il pubblico allo stadio, ma secondo me rispettando le misure possiamo continuare a porte chiuse o con un minimo di pubblico».

 

 

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