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Serie A, stadi a porte aperte: il parere della virologa Gismondo

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Serie A, riparte il campionato ma gli stadi restano a porte chiuse. La virologa Gismondo apre al ritorno dei tifosi sugli spalti

La virologa dell’ospedale “Sacco” di Milano Maria Rita Gismondo ha fatto chiarezza sulla questione stadio, aprendo alla possibilità per i tifosi di tornare ad assistere alle partite dal vivo. Secondo la specialista sarebbe possibile applicare allo stadio le misure adottate per cinema e teatri, come precisa al Corriere dello Sport.

STADI APERTI – «O tutto aperto o tutto chiuso. Le regole per la sicurezza, distanziamento e mascherine obbligatorie, valgono per uno stadio come per gli spettatori dell’Opera. Fermo restando che sono entrambe situazioni che si svolgono all’aperto e che le regole di accesso contingentato sono più facilmente applicabili in uno stadio. Ovviamente in entrambi i casi occorre rigidità massima per le regole. Non si possono concedere né indulgenze né deroghe di vario tipo».

MASCHERINE – «Mascherine obbligatorie ovunque, niente vendita di cibi e bevande nello stadio, termo-scanner come negli aeroporti internazionali, rigido distanziamento sociale tra gli spettatori, ossia almeno un metro e mezzo ai lati e avanti e indietro attorno a chi è seduto o in piedi, multa a chi toglie la mascherina. Così gli stadi possono esseri aperti subito, con la ripresa del campionato. Se è stato concesso il permesso agli spettacoli all’aperto, perché tanti timori per gli stadi?».

CAPIENZA – «Mantenere vuoti i posti avanti, dietro e ai lati è una giusta garanzia di sicurezza. I calcoli spettano a chi gestisce queste strutture. Dare numeri limite come si è fatto per lo spettacolo è senza senso, i numeri vanno dati in base alle capienze. All’aperto poi il virus se presente è comunque più diluito nell’aria».

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