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Silva: «La Sampdoria per rilanciarmi. Ranieri? Voglio capirlo a fondo»

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Adrien Silva racconta i suoi primi mesi alla Sampdoria: le dichiarazioni del centrocampista blucerchiato alla Gazzetta dello Sport

Adrien Silva, centrocampista della Sampdoria, si racconta alla Gazzetta dello Sport: i primi mesi in blucerchiato, la Serie A e Claudio Ranieri.

CONDIZIONE – «Fisicamente mi sento sempre meglio, ora sto giocando con maggiore continuità, e mi mancava proprio questo per tornare a raggiungere i miei livelli. Sto per ritornare almassimo, ma a livello ambientale, in campo e fuori, ogni giorno va sempre meglio e il discorso vale pure per la mia famiglia, con quelle piccole cose che servono per stare bene»

SCELTA – «Credo che sia stata una concomitanza di più fattori. Non solo per il mister, anche se una delle mie priorità era quella di trovare un club il cui tecnico mi volesse con entusiasmo, convinto che io potessi aggiungere qualcosa alla squadra. La storia del Leicester appartiene al passato. Prima di dire sì alla Sampdoria, ho parlato con Bruno Fernandes, Bruno Alves e pure Veloso. Tutti e tre conoscono bene questo Paese, mi hanno spiegato Quanto sia competitiva la A. Era ciò di cui avevo bisogno per tornare ad alti livelli e pronto per la nazionale»

OBIETTIVI – «Fino a questo punto della mia carriera il successo nell’Europeo è stato l’apice. Fu una vittoria costruita a piccoli passi e nel tempo. Nel Portogallo erano passati tanti grandi calciatori, ma senza vincere nulla: si faticava a credere che la mia nazionale potesse salire così in alto. Ma ho sempre voluto pormi nuovi obiettivi e perciò voglio fare molto bene in Serie A, che mi ha sorpreso per intensità e competitività. Devo capire a fondo l’idea di gioco di Ranieri, ma penso di poter aggiungere altra qualità»

SAMPDORIA – «Conta il gruppo. Io sono uno dei tanti, qui ci sono individualità notevoli, ma perché tutto funzioni deve essere fluido il gioco. Poi l’obiettivo resta salire il più in alto possibile»

RONALDO – «Non lo sento spesso, ma in nazionale, ricordo bene quanto fosse contento quando ci parlò del suo trasferimento in Italia. Ho un buon rapporto con lui. È un capitano vero, non solo perché indossa la fascia, ma pure per l’atteggiamento giusto»

VOGLIA – «Mai avevo trovato un ambiente così famiglia, ma al tempo stesso molto organizzato. Mi hanno accolto tutti benissimo, e ciò rappresenta un incentivo in più per sacrificarmi e aiutare i compagni».

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