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Silvia Salis: «Il derby più bello? Il primo con Mihajlovic e il gol di Maxi Lopez»

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Venerdì, quindi -2 al Derby della Lanterna. L’attesa è tanta, la posta in gioco è alta. E tutti i tifosi blucerchiati fanno il conto alla rovescia delle ore che mancano al fischio di inizio. Tra i tifosi, o meglio le tifose blucerchiate che non aspettano altro che il derby c’è, ovviamente, Silvia Salis. La bella e brava martellista che sfodera appena può la sciarpa blucerchiata: «Me l’ha regalata Riccardo Garrone a una premiazione della Federclubs. Da quel momento la indosso ogni volta che vedo la Samp. Stavolta non so se riuscirò ad andare allo stadio, però inutile girarci intorno, è la partita più importante, quella che più di tutte vorresti vincere. E poi loro piangono troppo» afferma sul Secolo XIX.

Un cammino difficile quello della nostra Silvia che, prima ha dovuto affrontare l’incubo del processo fortunatamente risoltosi con una assoluzione poi l’infortunio: «Prima il processo ingiustamente aperto dalla Procura Antidoping, un incubo durato mesi. Poi quando sono stata assolta è venuto fuori l’infortunio all’adduttore. E così il mio sogno, quello di chiudere la carriera con la terza Olimpiade, è sfumato. E’ stato difficile non perdere la brocca. Mi ero esposta molto anche per difendere i miei colleghi coinvolti e così uscirne pulita mi ha dato una grande soddisfazione. Però lo stress è stato tanto e non escludo che abbia contribuito a peggiorare il mio infortunio. Il problema all’adduttore non si risolverà facilmente e io non credo che uno debba continuare fino a 35 anni, altrimenti rischi di ritrovarti estraniato dal resto del mondo. In futuro mi piacerebbe lavorare nel giornalismo o nel marketing sportivo, ma si vedrà».

Nel futuro comunque una certezza ci sarà sempre, la fede per la Sampdoria. Fede che è stata tramandata in famiglia: «Mio papà era tifoso blucerchiato e poi quando ero alle elementari la Samp ha vinto lo scudetto era impossibile non innamorarsi di quella squadra. Erano forti e simpaticissimi, ricordo quando si travestirono come gli Europe. Il preferito? Vialli che poi ho conosciuto durante i Giochi di Londra. Non mi sono mai piaciuti gli sportivi secchioni, quelli che si prendono troppo sul serio. E Vialli era un grande, fortissimo in campo ma divertente anche fuori. Ora sono amica di Palombo, uno della vecchia guardia».

E adesso il Derby della Lanterna: «Ne ho visti tanti, quante emozioni. Il più bello è stato quello vinto con gol di Maxi Lopez, il primo con Mihajlovic. Il periodo con Sinisa ci ha dato grandi soddisfazioni. Calciatori privilegiati? Siamo già così fortunati a fare sport che invidiare l’unica categoria che sta meglio di noi sarebbe stupido. E poi la verità è che ogni sportivo vuole vincere. Se giochi nel Real Madrid o fai judo la sostanza non cambia: quando perdi ti brucia».

Niente pronostici per la stracittadina, il Genoa ne viene dalla sconfitta contro la Roma, la Samp da quella contro il Palermo: «Ho visto il Genoa con la Roma, meritava di più. Noi invece viviamo di alti e bassi. Però, si sa, il derby è sempre una gara a sè…».

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