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Skuhravy rivela: «Sarei andato alla Samp, era il mio lavoro»

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«Se dopo la fallimentare esperienza di Lisbona sarei andato alla Samp? Era il mio lavoro, e se fossi stato al cento per cento della condizione avrei ragionato così, dove ti danno lavoro tu devi andare». Questo è solo l’inizio della scottante dichiarazione rilasciata da Tomas Skuhravy a L’Ultimo Uomo, ammettendo che avrebbe accettato volentieri un eventuale trasferimento alla Sampdoria, nonostante il suo trascorso al Genoa: «Non sarebbe stato un problema. Sarebbe stato complicato far passare il messaggio ai tifosi, magari, ma glielo avrei spiegato: è il mio lavoro, se la Samp mi offre un contratto perché non dovrei andare alla Samp?».

 

L’ex attaccante, ora tecnico delle giovanili dell’Ischia Isolaverde, si è poi dilungato in una riflessione sul calcio moderno: «Se vuoi trovare un giocatore davvero da sgrezzare, devi andare nei paesi del Terzo Mondo. Dove non c’è il computer, per strada. A Napoli. Oggi non sanno picchiarsi, e se non sai picchiarti non vai da nessuna parte. Perché io posso insegnarti la tecnica, ma la felicità di giocare, la grinta, la rabbia, queste sono cose che ce l’hai nel cuore o non ce l’hai. Se mi piacciono queste caratteristiche? Assolutamente. E infatti guarda, vuoi sapere chi è stato l’avversario più forte contro cui ho giocato, oltre Maradona – pensa che i primi venti minuti della nostra partita a Napoli non riuscivo a giocare, guardavo solo lui? Pensa: è stato Pietro Vierchowod».

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