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Soriano: «Obiettivo dieci gol, a partire da stasera. Poi l’Europeo»

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Roberto Soriano accoglie il Milan, che arriva rinnovato al Luigi Ferraris, con una vena malinconia: pensando a Sinisa Mihajlovic. L’allenatore che ha segnato la svolta per la sua carriera, il generale di ferro che gli ha fatto mettere la testa a posto sul campo e che gli ha fatto vedere la giusta strada per diventare un giocatore ad altissimi livelli, tanto da arrivare in Nazionale e da esser conteso dai top club del nostro campionato.

«Devo confessare che un momento in cui l’ansia è aumentata c’è stato: prima della sfida col Frosinone.Avessimo perso le cose si sarebbero messe avvero male. Noi però siamo sempre stati convinti di avere le qualità per venirne fuori e poi la società e l’allenatore sono stati bravissimi a non farci sentire sotto pressione» esordisce Soriano, parlando della situazione salvezza a La Gazzetta dello Sport. «Non hanno mai cambiato atteggiamento, non hanno mai perso la fiducia in noi. Montella non ha mai cambiato idee e filosofia. È stato importante». 

Soriano ricorda anche l’aggressione subita qualche settimana fa da parte dei tifosi: «In realtà quello che è successo è stato meno grave di come è stato descritto. Io ho segnato 8 gol, mio record di sempre. Sono soddisfatto, anzi no: mi sono posto l’obiettivo di arrivare a 10. Me ne mancano 2 per riuscirci e mi restano in testa le due belle occasioni mancate con Frosinone e Udinese. Comunque punto a 2 gol nelle ultime 6 partite, magari cominciando dal Milan».

Ora, però, c’è anche un altro obiettivo nella testa di Soriano, che si chiama Nazionale, a due mesi dall’Europeo: «Il c.t. seguirà con attenzione le mie ultime partite e io e i miei compagni Ranocchia e De Silvestri, che siamo stati spesso convocati ultimamente, daremo il massimo per convincerlo. Ma tutto passa da quello che fai per il club: concludiamo alla grande la stagione, regaliamo qualche gioia ai tifosi, che lo meritano, e aspettiamo sereni la decisione di Conte. Prima però viene la Sampdoria, non siamo ancora salvi, ma ora abbiamo trovato la strada, con quel pizzico di grinta in più che esalta il nostro gioco». 

Così come Eder all’Inter, anche Soriano ha dovuto confrontarsi con una panchina, a Firenze, che però pare sia stata la scelta giusta. «L’ho presa bene. Montella mi aveva già detto che aveva dei dubbi: quando ho capito che avrebbe giocato Nenad sono stato felice. Lo meritava e io ho tifato volentieri per lui».

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