Stankovic: «Sampdoria grande club. Non è un passo indietro»
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SN24 – Stankovic: «Sampdoria grande club. Per me non è un passo indietro»

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Presentazione ufficiale Stankovic: le dichiarazioni del nuovo allenatore della Sampdoria sui primi giorni in blucerchiato

(Alessio Eremita dallo stadio Ferraris) – Nel giorno dell’anniversario della scomparsa di Paolo Mantovani, la Sampdoria ha presentato ufficialmente Dejan Stankovic. Ecco le dichiarazioni rilasciate dal nuovo allenatore blucerchiato in conferenza stampa.

SALVEZZA – «Ho avuto un giorno e mezzo per preparare la partita, ma non cerco scuse. Ripartiamo dal secondo tempo di Bologna, ho visto l’atteggiamento aggressivo e pronto che piace a me. Sappiamo quello che dobbiamo fare. Sapevo di venire in un grande club, ci credo. Abbiamo lavorato benissimo questa settimana e i ragazzi saranno pronti per le prossime partite. Non meritano il posto in classifica che hanno. Insieme a dirigenti e tifosi possiamo salvarci, ma serve grandissimo impegno da parte di tutti. Ho vinto tanto. Nella vita bisogna avere obiettivi: se l’obiettivo era lottare per lo Scudetto alla Stella Rossa, non cambia lottare per la salvezza alla Sampdoria. Non è un passo indietro, è un’altra esperienza. Difficile, ma non impossibile. È sempre un obiettivo».

CRISI – «Le vittorie sono la penicillina per creare un gruppo importante e felice. Quando i risultati non arrivano, crolli mentalmente e fisicamente. Io provo a metterli in condizione di rispondere in campo, siamo sulla buona strada. I ragazzi sono stati grandi, abbiamo visto gioia e sorrisi. Sono pronti per quello che ci aspetta».

CALCIOMERCATO – «Dobbiamo arrivare a gennaio. Il nostro obiettivo è quello di uscire dalla zona retrocessione prima della sosta. Non abbiamo ancora parlato di mercato perché sono concentrato sul gruppo. A gennaio aprirà il mercato e vedremo dove saremo, adesso sono felice di quello che ho».

RINCON – «Non possiamo mettere tutto sulle spalle di Rincon, dobbiamo essere più vicini all’uomo e vincere le seconde palle. Dobbiamo dare una mano a Rincon: a me piacciono qualità ed equilibrio, non sono un pazzo che rischia a occhi chiusi. Se devo prendere un rischio, calcolo ogni fattore. Tutti insieme dobbiamo difendere e attaccare, c’è margine di miglioramento».

ATTEGGIAMENTO – «Non parlo del passato perché non mi permetto di giudicare. Io guardo da oggi. Nel secondo tempo di Bologna eravamo più alti e la frase che ho detto viene dal mio paese. Detta in serbo fa ancora più effetto. Io sono sempre stato abituato a difendere fino all’ultimo i miei colori: puoi fare errori, capitano le giornate no. Ma non si può sbagliare l’atteggiamento, poi non è un problema se commetti cento errori tecnici. I tifosi sono particolari, ti applaudono e ti stanno dietro se riconoscono l’atteggiamento giusto. Non ci sono problemi tecnici o altro, è solo mentale».

SAKIC E PALOMBO – «È la terza volta che torna a Genova. Aveva fatto molto bene con Mihajlovic, spero che lo rifarà. Avrò anche Palombo, un ragazzo doriano pronto a lottare».

QUAGLIARELLA – «Gioca da tanto tempo. È un bomber, un leader che conosco da tempo e ci deve dare una mano. Gli ho parlato, può giocare un minuto o novanta minuti ma con lo stesso atteggiamento. E farà la differenza. Ce ne sono anche altri che hanno peso ed esperienza come Djuricic, Rincon, Caputo, Gabbiadini, Colley, Murillo, Bereszynski. Non voglio dimenticare nessuno, ci sono tanti pezzi importanti. Ma il leader si vede ovunque, non mi piacciono quelli che parlano tanto. A parlare siamo tutti bravi, i leader si vedono in allenamento e in partita».

MOURINHO – «L’ho sentito. Mi ha chiamato in video. Porto grandissimo rispetto all’allenatore e alla persona. Lui ha mille panchine, per me sarà la prima a Marassi. C’è una bella differenza, ma per novanta minuti ognuno andrà per la propria strada. Ho imparato tanto da lui, è una persona forte. Abbiamo vinto, abbiamo fatto un percorso bellissimo insieme a lui. Ogni allenatore mi ha dato qualcosa, ma è giusto parlare di José siccome giochiamo contro la Roma. Apriamo una parentesi, poi amici come prima. All’Inter con lui ho dato tutto, mi ha cambiato. Ha tirato fuori il 120% da me e non sapevo di averlo. È una bella lezione, perché lui prima ha conosciuto la persona».

POCHI GOL – «È un dato di fatto, cercheremo di avvicinarci di più alla porta e recuperare qualche pallone in più. Oltre a mettere i nostri attaccanti in condizione di segnare, abbiamo tirato poco, subito tanto. Eravamo poco pericolosi. Io voglio cambiare, insisterò in questo. Ma dobbiamo essere organizzati, molto più altri e aggressivi».

ESORDIO AL FERRARIS – «Vediamo, ve lo racconto dopo. Ho visto lo stadio vuoto, mi auguro che con 20mila tifosi riceveremo più aiuto. Ma ne parlerò dopo la partita».

CALCIATORI DA MOTIVARE – «Il campo dice il carattere di una persona. Bisogna essere sempre positivo, con qualcuno puoi andare forte e con altri devi trovare una via di mezzo per non schiacciarli».

MIHAJLOVIC – «Ogni tanto lo chiamo papà e si arrabbia. Per me è un fratello maggiore, un punto di riferimento sotto ogni punto di vista. Il modo di affrontare la vita, senza mai mollare, mi ha insegnato tanto. Gli voglio un mondo di bene, come se avessimo lo stesso sangue. Volevo vincere anche per lui a Bologna, ci saranno altre partite da dedicargli direttamente».

DA CALCIATORE AD ALLENATORE – «Quindici chili in più, senza capelli ma non pelato, un po’ di barba grigia. È tutto diverso da allenatore, per fortuna abbiamo giocato solo una partita. Sono in Serie A da cinque giorni, devo crescere e imparare. Non mi permetto di dire altro, dico solo che voglio accettare nuove sfide. Magari tra un paio di mesi potrò raccontare qualcosa di più».

GIOCATORI POCO UTILIZZATI – «Winks è infortunato, non l’ho ancora visto in campo. Sul resto del gruppo, ho visto una buona reazione, ma ci sono margini di miglioramento enormi. Cercherò di ottenere il massimo da ognuno di loro. Le cose saranno più chiare col trascorrere del tempo, ma la risposta per il momento è buona».

STELLA ROSSA – «Ringrazio la Stella Rossa. È stato un viaggio bellissimo e indimenticabile, ringrazio società e calciatori con cui ho fatto cose straordinarie. Mi hanno dato tanto, mando loro un grosso abbraccio. E i tifosi che mi hanno regalato emozioni, nei momenti difficili sono stati sempre vicini. Nei momenti belli è facile, ma in quelli difficili si sono fatti vedere e sentire».

SAMPDORIA DELLO SCUDETTO – «Purtroppo la Stella Rossa ha giocato a Sofia le partite casalinghe di Coppa dei Campioni. Quella generazione della Sampdoria è stata spettacolare, noi abbiamo seguito il club per Jugovic, Sakic, Mihajlovic, Boskov, Mancini, Vialli, Vierchowod, Lombardo, Mannini. È stata una grandissima Sampdoria che perse la finale per puro caso, mi dispiace».

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