Archivio

Stefano Lucchini: «Samp, avrei firmato in bianco. Sensibile mi mandò via»

Pubblicato

su

Cinque anni a Empoli, quattro alla Sampdoria. E proprio con il blucerchiato addosso il punto più alto della sua carriera: il quarto posto, il preliminare di Champions League, la chiamata in Nazionale. Stefano Lucchini non dimentica il suo passato e quella di sabato al Castellani non sarà una gara come tutte le altre per lui. E nonostante l’amarissimo epilogo in blucerchiato, il legame con i coloi più belli per lui è sempre saldissimo.

Stefano, sabato si affronteranno Empoli e Sampdoria. Ti saresti aspettato un Empoli così in alto e una Sampdoria così in difficoltà, nel corso della stagione?
«Dall’Empoli mi aspettavo sicuramente che avrebbe fatto un buon campionato ma non così d’alta classifica come fatto fino a qualche giornata fa. Sono stati bravi ascegliere un allenatore che potesse dare continuità al gioco di Sarri. Quindi complimenti all’Empoli, che oltre a sfornare giocatori forti dal Settore Giovanile ha saputo scegliere anche il giusto mister. Per quanto riguarda la Sampdoria sinceramente non mi aspettavo facesse questa fatica. La rosa iniziale e quella attuale è composta da giocatori di grande valore. Nella gestione di Zenga la squadra non andava bvenissimo fuori casa ma in casa i risultati non erano stati male. Poi la società ha preso la sua decisione di cambiare, ha preso un allenatore importante come Montella. Hanno dovuto pazientare un attimo, il problema è che in Serie A le società di pazienza ne hanno poca, ma ora sono arrivati due risultati importanti. Secondo me il cammino intrapreso è quello giusto, lui è un grande allenatore e ha una rosa di qualità, con quello che gli serve èer esprimere il suo gioco».

Quindi la Sampdoria potrebbe fare il colpo al Castellani?
«Sicuramente affronterà un Empoli ben organizzato e forte. L’entusiasmo degli ultimi due risultati farà bene ma la partita è aperta a tutti e tre i risultati. L’Empoli è in crisi di risultati ma non di gioco, la Sampdoria arriva da due risultati ultili consecutivi sulle ali dell’entusiamo: è una partita aperta a tutto».

Guardando al tuo passato blucerchiato, quale è stato il momento più bello e invece quello più brutto, al di là della retrocessione?
«È facile dire il momento più bello, i quattro anni vissuti a Genova sono stati incredibili, ho un ricordo indelebile nonostante la retrocessione. Il culmine della mia carriera è stato proprio alla Sampdoria. Con i preliminari di Champions ho toccato la Nazionale, lì ho vissuto l’apice della mia carriera. Per quanto riguarda invece la delusione più grande togliendo la retrocessione penso a quando arrivò Sensibile e mi mandò via senza nemmeno parlarmi, prendendo la sua decisione senza avermi interpellato nonostante avesse detto a mezzo stampa che avrebbe incontrato ogni singolo giocatore per guardarlo negli occhi e verificare chi volesse rimanere e ripartire dalla Serie B con la Sampdoria. L’ho detto tante volte, sarei rimasto. Per me è stato difficile salutare Genova, già in quegli anni avevo pensato che il mio futuro sarebbe stato alla Sampdoria, anche a fine carriera mi sarebbe piaciuto rimanere in società, fare l’allenatore del settore giovanile. La più grande delusione è stata quella. È un peccato, negli ultimi anni ho sempre sperato di tornare, se ne era parlato qualche anno fa e avrei firmato anche in bianco pur di tornare, la cifra avrebbero potuto mettercela loro. Mi sono innamorato della società e della città, ma purtroppo non c’è stata la possibilità di tornare. Un giorno da allenatore del Settore Giovanile magari ci sarà la possibilità di incontrarsi».

Quindi in futuro ti vedi sempre nel mondo del pallone?
«Adesso sono a Cesena e sto facendo il corso da allenatore, ho iniziato da quattro settimane e ad aprile farò l’esame per il corso Uefa B. La mia idea è quella di giocare ancora un paio d’anni, sto bene fisicamente e mi sento ancora un giovanotto, però tra un paio d’anni mi piacerebbe rimanere nel mondo del calcio. Quello degli allenatori è un mondo che mi affascina, sicuramente vorrei partire dai settori giovanili. Se una delle mie ex squadre mi desse la possibilità ne sarei felicissimo, se fosse la Sampdoria ancora di più».

Il fatto che ci sia poca pazienza verso gli allenatori giovani, specie quando sono stati ottimi giocatori, è un aspetto che ti spaventa o lo trovi uno stimolo?
«Mi spaventa ma è anche uno stimolo. Trasferire in campo la passione e l’esperienza fatta da calciatore sul campo, sicuramente con il raggiungimento dei risultati è una grande soddisfazione a livello personale».

In chiusura, te la senti di fare un pronostico per sabato?
«Non lo dico perché non voglio fare un torto alle mie due ex squadre, ma davvero c’è una situazione particolare: l’Empoli viene da un periodo nel quale nonostante il bel gioco non ha raggiunto i risultati, mentre la Sampdoria dopo due vittorie consecutive avrà la forza dell’entusiasmo. Quindi davvero, non me la sento di fare pronostici, è una partita aperta a ogni tipo di risultato».

Exit mobile version