2014

Super Romero e il “punto maturità”

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Buona la prima. E chiarisco subito: prima contro una big, per di più ferita come la Roma; per qualcuno il primo vero test nel calendario della Samp di Mihajlovic. Il match utile a capire dove la squadra potrà arrivare. La risposta nello 0 a 0 contro i giallorossi è arrivata ed è chiara, anche per i più scettici: lontano. Restiamo prudenti, tutto vero, ma gli uomini di Garcia non hanno stoppato la voglia di sognare in casa blucerchiata. Gara maschia su un campo ignobile (terreno del Ferraris da film horror, a dir poco scandaloso per l’ennesima volta), Gastaldello e compagni organizzati, compatti e pure pericolosi. Non che i brividi non ci siano stati, per carità, ma sarebbe stato impossibile evitarli al cospetto di una candidata allo scudetto. Brividi comunque neutralizzati colpo su colpo. E qui arriva pure un’altra bella storia. Storia di un’altra prima.

Buona la prima, allora. E chiarisco subito: prima da titolare di Sergio Romero. Lui che evidentemente non ama cucirsi addosso storie semplici. Prova super dell’argentino, catapultato in campo da un altro pianeta solo pochi giorni fa a Cagliari. L’uomo del silenzio quasi irritante, dello stipendio eccessivo, delle troppe pause. L’uomo, però e soprattutto, del miracolo su Florenzi dentro quella porta sotto la Sud, destino vuole come in passato sul rigore di Osvaldo sempre di fronte alla Roma. L’ennesima scommessa vinta da Mihajlovic, permettetemi: un tecnico che anche in questo caso all’educazione ha preferito la qualità. Out Viviano e dentro un fuori rosa strapagato, antipatico e pure poco amato nella memoria dei tifosi doriani (e come dare torto ai tanti che in passato lo hanno bocciato?). Ma il calcio è anche questo, e per questo resterà sempre uno degli sport più belli del mondo. Anche aziendalmente una scelta azzeccata e complessa, perché Romero non era facile da gestire e oggi è protagonista: non credo faccia una piega dire che ora quei 1,7 milioni non siano stati gettati al vento. Bene, benissimo così.

In mezzo c’è tanto altro. Una squadra che ancora non ha conosciuto la sconfitta, un gruppo sempre più conscio dei propri pregi e difetti, un collettivo generoso dove le punte all’occorrenza fanno i terzini. Una Samp che si merita di continuare a sognare e far sognare dopo l’ottimo pari imposto alla Roma.

Il pari della maturità, questo si può dire e sottolineare.

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